KIM JONG IL LASCIA CINA DOPO COLLOQUI CON HU
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KIM JONG IL LASCIA CINA DOPO COLLOQUI CON HU

KIM JONG IL LASCIA CINA DOPO COLLOQUI CON HU

La visita di Kim Yong Il in Cina
KIM JONG IL LASCIA CINA DOPO COLLOQUI CON HU
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Pechino, 26 mag.- Si conclude la visita del presidente nordcoreano Kim Jong Il in Cina. A bordo di un treno diretto verso la Corea del Nord, il leader lascia Pechino dopo l'incontro di mercoledì con il presidente Hu Jintao. La visita, durata circa una settimana, è stata inizialmente avvolta da un alone di mistero per via del silenzio da parte del ministero degli Esteri cinese, sulle motivazioni che hanno condotto Kim Jong Il a recarsi in Cina per la terza volta in un anno (questo articolo). È stato il premier Wen Jiabao a fare chiarezza domenica sui motivi della trasferta cinese di Kim, rompendo il rituale protocollo che impegna la parte cinese a non lasciare dichiarazioni se non alla fine delle visite del presidente nordcoreano. Wen conferma che la visita di Kim Jong Il è stata dettata dalla necessità della Nord Corea di apprendere le tattiche dello sviluppo economico cinese e applicarle al Paese (questo articolo). Anche secondo gli osservatori internazionali il presidente nordcoreano è in tensione per le difficili questioni economiche e politiche da risolvere. Il Paese, infatti, si trova in una situazione drammatica a causa del fallimento della riforma monetaria avviata l'anno scorso, che ha letteralmente lasciato la popolazione a corto di viveri. Secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap, pare che Kim Jong Il abbia chiesto al vicino cinese e unico alleato diplomatico, aiuti per il rifornimento di cibo e l'avvio di una cooperazione economica più intensa. Durante i colloqui i due leader avrebbero concordato il lancio di investimenti cinesi nel territorio nordcoreano. Lo stesso Hu, in occasione l'ultimo incontro con Kim Jong Il lo scorso agosto, aveva caldeggiato l'avvio di riforme economiche in Nord Corea, prendendo esempio dalla Cina.

 

Alla luce di questi suggerimenti, Kim sembra si stia convincendo a prendere lezioni dal Dragone ed alleggerire il rigido sistema pianificato del Paese. Lo dimostra l'itinerario da lui effettuato nel corso della recente visita. Secondo quanto riportato dall'agenzia Yonhap, Kim ha visitato diversi centri manifatturieri della Cina orientale - tra cui una fabbrica di automobili -, compagnie del settore fotovoltaico a Yangzhou, un grande centro commerciale e l'azienda Shenzhou Shuma nel il distretto tecnologico Zhongguancun a Pechino, considerato la "Silicon Valley della Cina". Nel 2002 il regime nordcoreano aveva introdotto limitate riforme, tirandosi, però, subito indietro, per il timore di compromettere la stabilità del potere centrale. Un potere che ora più che mai deve essere rinsaldato e riconfermato con la nomina del successore di Kim Jong Il.

 

Secondo alcuni osservatori, il leader nordcoreano ha a cuore il parere di Pechino riguardo la designazione del figlio, Kim Jong Un, al vertice del potere. Quest'ultimo, che pare non abbia accompagnato il padre durante la trasferta in Cina, è il candidato alla successione dinastica, e tra gli scopi della visita di Kim Jong Il, quello di ricevere la benedizione di Pechino per la futura investitura del figlio. Ad accentuare l'aspetto cerimoniale del viaggio, la notizia dell'incontro tra Kim Jong Il e l'ex presidente cinese Jiang Zemin a Yangzhou, con il quale nella stessa città 20 prima Kim Il Sun (padre e predecessore del dittatore nordcoreano) tenne i colloqui.

 

La visita del leader di Pyongyang, infine, non fa altro che reiterare la necessità dell'appoggio di Pechino, unico interlocutore internazionale del regime. Kim è consapevole che, in tempi di crisi, nessun aiuto potrà giungere dalle altre potenze a causa del suo atteggiamento provocatorio sulla questione nucleare. Ulteriore segnale questo, del suo bisogno di fiducia da parte della Cina.

 

di Giovanna Di Vincenzo e Giulia Massellucci

 

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