KIM JONG-UN DIVIDERA' POTERE CON ZIO
Pyongyang, 21 dic. - Kim Jong-Un succedera' al padre Kim Jong-Il come presidente nordcoreano, ma dovra' dividere il potere con uno zio e con i generali in una leadership collettiva diversa dalle dittature individuali che hanno finora caratterizzato il regime comunista.
A riferirlo e' una fonte anonima legata a Pyongyang e a Pechino che in passato ha gia' anticipato molte svolte in Corea del nord, come il test nucleare del 2006. Ad affiancare il 28enne Kim Jong-Un sarebbe lo zio 65enne Jang-Song-thaek, nominato nel 2009 alla Commissione nazionale di Difesa, il consiglio supremo presieduto da Kim Jong-Il in qualita' di comandante in capo delle forze armate.
Secondo la fonte, i militari hanno gia' garantito la loro fedelta' a Kim Jong-Un, figlio terzogenito del Caro Leader e ultimo rampollo della dinastia che ha dominato la Repubblica popolare dalla sua fondazione, dopo la Seconda guerra mondiale. Per questo la fonte ritiene "molto improbabile" un golpe militare. Secondo altri osservatori, Kim Jong-Un nonostante la giovane eta' ha gia' assunto un solido controllo sulle forze armate e sull'intelligence fin dalla sua designazione come successore di Kim Jog-Il, nel settembre 2010.
CINA CONFERMA APPOGGIO AL 'GRANDE SUCCESSORE'
Pechino, 20 dic. - Il governo cinese ha dato il suo 'placet' a Kim Jong-un, terzo figlio del defunto leader Kim Jong-il ed erede designato alla guida della Corea del Nord: Pechino lo ha definito "un grande leader del popolo" e schiuso la porta a una visita del nuovo leader nel gigante asiatico quando lo desideri.
"Kim Jong-un è un grande leader della Repubblica Popolare Democratica della Corea, così come un buon amico del popolo cinese, che ha contribuito molto allo sviluppo del socialismo", ha detto nel corso della consueta conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Liu Weimin, usando appellativi praticamente identici a quelli usati il giorno prima per la morte del padre, Kim Jong-il. "Crediamo che sotto la leadership di Kim Jong-un si faranno sforzi per costruire un forte Paese socialista e arrivare alla pace nella penisola coreana", ha aggiunto la fonte. In un primo momento, il portavoce non aveva menzionato la possibilità che il nuovo leader nordcoreano si recasse in Cina, ma dopo una nota ufficiale, ha puntualizzato che Pechino "dà il benvenuto ai leader (della Corea del Nord) che vogliano visitare la Cina quando lo desiderino". Al contrario, Liu ha valutato come poco probabile che i leader comunisti cinesi si rechino in Corea del Nord nei prossimi giorni per assistere ai funerali di Kim Jong-il, fissati per il 28 dicembre, "perché la parte nordcoreana ha detto chiaramente che non ci saranno delegazioni straniere". Liu invece non ha fatto cenno alla visita del presidente, Hu Jintao, all'ambasciata nord-coreana a Pechino, un evento che però è un altro segnale della determinazione di Pechino a proteggere Pyongyang, mentre entra nella delicata fase di transizione. Il portavoce ha aggiunto che il capo della diplomazia cinese, Yang Jiechi, ha conversato al telefono con i suoi omologhi di Corea del Sud, Kim Sung-hwan, e Usa, Hillary Clinton, per coordinare la posizioni sulla situazione regionale dopo il cambio al vertice, in Corea del Nord. "Yang ha detto che la pace e la stabilità nella penisola coreana sono l'interesse comune di tutte le parti e che la Cina farà tutto il possibile con loro per mantenerle". Il portavoce ha invece smentito seccamente le voci che davano per sparito l'ambasciatore nordcoreano a Pechino: "I mezzi di informazione", ha tagliato corto, "non dovrebbero dare informazioni irresponsabili".
Il regime nordcoreano, poverissimo e pesantemente spremuto dalle sanzioni internazionali decise dopo una serie di test nucleari, nel corso degli ultimi anni si è sempre più rivolto verso Pechino per sanare il vuoto lasciato dal venir meno degli aiuti economici di Corea del Sud e Stati Uniti; e a sua volta, la Cina ha reso evidente che vuole puntellarsi su Pyongyang per cementare la propria influenza nella regione. Negli ultimi 18 mesi prima della sua morte, Kim era stato in Cina ben quattro volte, nonostante nel passato avesse viaggiato raramente all'estero.
Intanto anche oggi la morte del caro leader continua a riempire le pagine della stampa cinese: il People's Daily pubblica un telegramma inviato dalla Cina alla Corea del Nord in cui Kim Jong-il viene descritto come un "amico del popolo cinese". Il China Daily dedica la prima pagina alla "dipartita dell'amico", mentre il Global Times si concentra sulle reazioni del popolo coreano e su come la notizia abbia fatto scoppiare in lacrime gli abitanti di Pyongyang. I due quotidiani sono tuttavia concordi nel sostenere che la morte del dittatore nordcoreano non intaccherà le relazioni tra la Cina e la Corea del Nord.
a cura della redazione
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