Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 7 lug. - L'arbitrato sulle dispute di sovranità nel Mare Cinese è una farsa e la Cina chiede agli Stati Uniti di non prendere posizione nella vicenda. E' il messaggio del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che nelle scorse ore ha parlato al telefono con il segretario di Stato Usa, John Kerry, a pochi giorni dall'atteso verdetto del Tribunale Arbitrale Internazionale dell'Aia sulla richiesta di arbitrato presentata dalle Filippine nel 2013 riguardo alle dispute di sovranità nel Mare Cinese Meridionale.
Wang ha ribadito la difesa della sovranità cinese del proprio territorio nazionale e dei "diritti marittimi legittimi" della Cina e ha chiesto agli Stati Uniti di "parlare e agire con cautela e non intraprendere azioni che possano danneggiare la sovranità e gli interessi di sicurezza" della Cina. "La farsa del tribunale per l'arbitrato deve giungere a una fine", ha dichiarato il ministro degli Esteri cinese. Nella telefonata i capi delle due diplomazie hanno poi parlato dei rapporti bilaterali tra Pechino e Washington che vengono definiti da Wang come "generalmente sulla strada giusta".
Il verdetto del tribunale dell'Aia è atteso per il 12 luglio prossimo. La Cina ha più volte ribadito la propria completa opposizione al ricorso delle Filippine, e giudica l'arbitrato "una farsa politica", come da giorni scrivono i media ufficiali, perché per Pechino il giudizio dei giudici dell'Aia travalicherebbe la giurisdizione dello stesso tribunale. Pechino, ha ribadito Wang nella telefonata con Kerry, rimane impegnata nella risoluzione pacifica delle dispute tramite i negoziati bilaterali con i Paesi coinvolti.
07 LUGLIO 2016
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