Di Eugenio Buzzetti
Pechino, 2 ago. - La Cina si deve preparare per una possibile "guerra in mare". Il ministro della Difesa cinese, Chang Wanquan, da Hangzhou, nella Cina orientale, ha avvertito dei possibili rischi legati alla sicurezza e ha chiesto una sostanziale preparazione per una "guerra popolare in mare" per salvaguardare la sovranità cinese. Secondo quanto riferisce l'agenzia Xinhua, Chang ha sottolineato l'importanza di riconoscere "la gravità della situazione della sicurezza nazionale, specialmente la minaccia proveniente dal mare".
Le parole del ministro della Difesa cinese cadono a tre settimane dalla sentenza della Corte Permanente di Arbitrato dell'Aia, che ha negato ogni diritto storico a Pechino nel Mare Cinese Meridionale. Pechino definisce l'arbitrato, iniziato dalle Filippine e a cui non ha preso parte, "una farsa politica". Ieri, nel Mare Cinese Orientale, erano cominciati esercizi navali a fuoco vero per migliorare "l'intensità, la precisione, la stabilità e la velocità" dell'apparato militare cinese. Nell'area sono attivi navi, sottomarini, mezzi aerei e della Guardia Costiera e sono stati lanciati decine di missili e siluri. "Una guerra fondata sull'information technology in mare è improvvisa, crudele e breve e richiede un veloce passaggio al combattimento, una rapida preparazione e un'alta efficenza di assalto", ha reso noto il Ministero della Difesa cinese.
Già all'indomani dell'esito dell'arbitrato contrario alla Cina, il Ministero della Difesa di Pechino aveva avvertito i Paesi con cui ha la Cina ha in corso dispute di sovranità a non fare del Mare Cinese Meridionale "una culla di guerra". Chang ha chiesto ai militari, alle forze dell'ordine e più in generale al popolo cinese di prepararsi alla "mobilitazione per difendere l'integrità territoriale e la sovranità nazionale cinese" e ha sottolineato infine l'importanza di promuovere l'educazione alla Difesa Nazionale tra il pubblico.
02 AGOSTO 2016
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