Investimenti,Luttwak:"questione culturale che manca a Italia"
Di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 26 mar. - Una questione culturale. Così definisce Edward Luttwak, saggista ed esperto di strategia, il problema dell'Italia nei confronti degli investimenti, a pochi giorni dall'ingresso di China National Chemical in Pirelli. Gli italiani non amano prendere rischi, spiega Luttwak ad Agichina, e per vedere investimenti nel nostro Paese, occorrerebbero misure a dire poco estreme. "Il governo -ipotizza lo storico - potrebbe mettere insieme delle squadre armate che rapinano i cittadini e investono i soldi derubati nelle aziende, perché le tasse non funzionano per questo: le tasse devono essere usate per pagare i dipendenti pubblici, le guardie forestali, anche se non ci sono foreste".
Dietro lo shopping cinese nel nostro Paese non ci sarebbe una scelta precisa del governo di Pechino. Neanche in quelli che lo sembrano. "Quasi nessuno dei loro acquisti è legato alla loro politica, o è strategico. Quasi nessuno - spiega Luttwak - Neanche quando comprano porti come il Pireo. Neanche in questo caso ha a che fare con la strategia. Si tratta di un'azienda cinese che vuole muovere i container, e quindi si prende il porto del Pireo". Il modello italiano, rincara la dose Luttwak, non andrebbe bene per le aziende della Silicon Valley, perché "se un investitore va alla banca all'angolo per presentare la sua brillante idea, non lo stanno ad ascoltare. Gli dicono: questi sono i moduli per fare un'ipoteca. Le idee non interessano". Proprio la mancanza di investimenti rende i Paesi del sud Europa, non solo l'Italia, attraenti per i gruppi cinesi.
China National Chemical è entrata in Pirelli. Dopo i recenti ingressi nei capitali delle aziende strategiche italiane da parte dei gruppi cinesi, quale è la sua opinione a riguardo? L'Italia è in svendita?
Non è questione di svendita. Non è la Cina che compra. Sono aziende cinesi che agiscono come aziende per ragioni aziendali. Il governo cinese non vuole comprare niente. Non vediamolo come lo sbarco della Cina o del governo cinese. Non è questo che sta avvenendo. I cinesi hanno molti più soldi: hanno lavorato e hanno esportato. Hanno importato meno, quindi hanno accumulato surplus. Se tu vendi tre mele e ne compri solo una, accumuli soldi e loro li stanno spendendo investendo in giro per il mondo. Quasi nessuno dei loro acquisti è legato alla loro politica o è strategico. Quasi nessuno: neanche quando comprano porti come il Pireo. Neanche in questo caso ha a che fare con la strategia. Si tratta di un'azienda cinese che vuole muovere i container e quindi si prende il porto del Pireo. In Italia, notoriamente ci sono molti soldi, molte famiglie ricche, ma non investono in aziende italiane. Quindi, quando un'azienda italiana ha bisogno di capitale deve correre per cercarlo all'estero, e il risultato, per esempio, è che Avio viene venduta a un gruppo di General Electric perché i toscani hanno preferito mettere i soldi negli oliveti o nelle ville con relativo oliveto decorativo. Questa è una scelta. E' quella di risparmiare. Quelli che si chiamano ricchi sono bravi a risparmiare, ma non sono bravi a investire.
Cosa dovrebbe fare l'Italia per difendere le proprie imprese e se c'è una politica industriale che il governo dovrebbe seguire?
E' una questione culturale. Non è una questione politica o fiscale. Sono i risparmiatori italiani che non vogliono rischiare, perché sono vecchi, sfuggono dal rischio e quelli che non spendono, risparmiano. Ma anche quelli che risparmiano, non investono. Il governo potrebbe mettere insieme delle squadre armate che rapinano i cittadini e investono i soldi derubati nelle aziende, perché le tasse non funzionano per questo: le tasse devono essere usate per pagare i dipendenti pubblici, le guardie forestali, anche se non ci sono foreste. Circa 250mila euro, per esempio, sono stati utilizzati per pagare il procuratore di Torino, che ha fatto quindici anni di cause per l'amianto, che la cassazione ha detto che erano sbagliate dal primo giorno. I soldi delle tasse devono essere sprecati per pagare i salari fenomenali di giudici italiani, procuratori italiani, governanti italiani. E quindi non ci sono soldi provenienti dalle tasse per investire. Se vuoi investire come governo devi rapinare i cittadini e poi investire i soldi, perché il privato, anche se risparmia, non investe, perché evita il rischio: è un vecchiaccio rincretinito che evita il rischio.
Un giudizio molto severo, il suo.
Questo è il motivo per cui le piccole aziende di Silicon Valley non potrebbero stare in Italia. Perché se un investitore va alla banca all'angolo per presentare la sua brillante idea, non lo stanno ad ascoltare. Gli dicono: questi sono i moduli per fare un'ipoteca. Le idee non interessano: se vuoi un prestito, bisogna dare una garanzia. Quello che conta è evitare il rischio. L'investimento vuole dire rischio.
Vede una differenza negli investimenti cinesi nel sud Europa rispetto al Nord Europa?
Gli investimenti nel sud Europa sono più profittevoli. Ci sono meno capitali locali, meno investimenti locali, quindi, per esempio, gli armatori greci, che sono stra-miliardari, non investono nel porto del Pireo. E il porto del Pireo è molto profittevole, ma i locali non volevano investire, per varie ragioni: una di queste è la mala amministrazione del governo greco; un'altra è l'impossibilità di fare una procedura. Di conseguenza, gli investitori hanno paura. Il sud Europa è pieno di opportunità perché i locali non investono: chi ha capitali non sa investire; non prende il rischio; non si fida. E quindi ci sono grandi opportunità.
26 marzo 2015
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