Shanghai, 28 mag. - Intervista al Professor Xu Fang, Università della Calabria, Dipartimento di Fisica.
Nel 1979 un primo gruppo di studenti cinesi venne selezionato e inviato all'estero per continuare i propri studi presso le università occidentali. Professor Xu, lei faceva parte di quel gruppo: qual è stata la sua esperienza di studente cinese nel nostro paese?
Nel 1979, ho lasciato la Cina e sono venuto in Italia, dove mi sono iscritto alla facoltà di Fisica dell'Università della Calabria. Primo cinese ad essere entrato nel sistema universitario italiano, ho conseguito sia la laurea che il dottorato presso lo stesso ateneo e mi sono invece spostato negli Stati Uniti per il post dottorato. Al termine del mio percorso di studi, ho immediatamente fatto rientro in Calabria e da allora non ho più lasciato l'Italia. Sono 31 anni che vivo a Cosenza, dove insegno presso la stessa università dove mi sono formato.
Oltre alla cattedra presso il dipartimento di Fisica, lei ricopre il ruolo di responsabile della promozione degli scambi universitari tra l'Italia e la Cina all'interno dell'Università della Calabria. Potrebbe farci il punto della situazione attuale? Quali programmi di cooperazione sono stati attivati, quando sono cominciati, come saranno sviluppati in futuro?
L'università della Calabria vanta una lunghissima storia di collaborazione con la Cina, essendo stata la prima università italiana ad aprire le porte agli studenti di nazionalità cinese. Dal 1979 – data cui risale l'arrivo del primo gruppo, di cui facevo parte anch'io – la collaborazione non si è mai interrotta e il flusso si è mantenuto costante. Fino a due, tre anni fa la media di nuovi iscritti ammontava a circa 30 studenti per anno; adesso il numero delle nuove iscrizioni è quasi raddoppiato. Nell'anno accademico in corso, ad esempio, l'Università della Calabria ha un totale di 36000 studenti: dei 600 stranieri, ben 170 sono cinesi. Alcuni di loro sono al primo ciclo universitario, altri al secondo e qualcuno sta addirittura seguendo i corsi di dottorato; a ottobre ci prepariamo ad accoglierne altri 60.
Dal 15 al 31 maggio, presso il Padiglione Italiano dell'Expo, va in scena la Calabria: oltre all'esposizione temporanea, la regione si è fatta promotrice di diverse iniziative e il 17 maggio si è svolto un seminario operativo sulla creazione di programmi di cooperazione e relazioni internazionali. Lei era a capo della delegazione universitaria proveniente dalla Regione Calabria che si è confrontata con alcuni rappresentanti delle più prestigiose università cinesi. Come è andato l'incontro? Sono stati raggiunti dei nuovi accordi?
L'incontro è andato molto bene. Per rendere l'idea, già all'indomani del seminario, siamo stati invitati da un paio di ottime università locali, che hanno dimostrato un grande e vivo interesse non soltanto nei confronti dei programmi di scambio di studenti già operativi, ma anche a progetti di cooperazione di più ampio respiro, che comprendano anche programmi di scambio di professori e cooperazione nell'ambito della ricerca. A breve, firmeremo sicuramente diversi accordi bilaterali, tramite cui si costituirà un canale privilegiato per lo scambio di studenti e saranno fissati i termini di un rapporto stabile e duraturo tra la nostra università e le controparti cinesi.
L'Università della Calabria è in grado di contribuire economicamente alle spese affrontate dagli studenti cinesi? Ci sono, ad esempio, delle borse di studio a copertura delle tasse universitarie e/o delle spese di vitto e alloggio?
Naturalmente. L'Università della Calabria ha da sempre dimostrato grande attenzione verso gli studenti cinesi ammessi a frequentare l'ateneo. I primi studenti godevano tutti di una borsa di studio che garantiva loro non solo l'esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, ma provvedeva anche vitto e alloggio. Anche in questi anni abbiamo continuato ad assegnare numerose borse di studio; quest'anno, ad esempio, ne abbiamo date una quindicina a favore degli studenti migliori. Rispetto a molte altre università italiane, siamo una delle poche che riescono a offrire sostegno economico agli studenti. Non pagando le tasse e avvantaggiandosi di vitto e alloggio, alcuni di loro studiano praticamente gratis. Questo è un grande vantaggio per loro e un forte punto di attrazione per noi.
La maggior parte degli studenti internazionali che si iscrive presso le università italiane lamenta il fatto che i nostri atenei non sorgono all'interno di un campus universitario e gli studentati sono spesso lontani dalle sedi delle lezioni e hanno posti limitati. Non appena arrivati nel nostro Paese, e magari ancora poco pratici con la lingua, gli studenti sono quindi messi a dura prova dovendosi confrontare con la difficoltà di trovare una casa e di coltivare le proprie relazioni sociali. Dal punto di vista delle strutture, come è organizzata l'Università della Calabria? È in grado di supplire anche a queste problematiche spesso sollevate dagli studenti internazionali?
L'Università della Calabria è un'università residenziale, una delle pochissime università residenziali in Italia. L'università è in grado di garantire un posto letto a tutti gli studenti stranieri: questo è un vantaggio fondamentale, soprattutto nella fase dell'inserimento e nei primi anni, quando i ragazzi non parlano ancora la lingua e non conoscono la realtà locale. Quegli studenti che non godono di borsa di studio, per l'alloggio, pagano comunque un prezzo più basso a quello del mercato. Infine, non bisogna dimenticare che il costo della vita in Calabria è inferiore rispetto ad altre città italiane, come Roma o Milano. Nel loro insieme, questi vantaggi costituiscono senza dubbio un motivo per cui molti studenti hanno scelto l'Università della Calabria.
Quali sono le facoltà più gettonate tra gli studenti cinesi?
Per motivi storici, la maggior parte degli studenti è iscritta alla facoltà di Farmacia, ma dall'anno scorso gli studenti hanno iniziato a iscriversi in tutte e sei le facoltà dell'Università della Calabria e abbiamo notato che le facoltà di Economia e Ingegneria sono le più gettonate e qualcuno si è iscritto anche alla facoltà di Lettere.
In che lingua sono tenuti i corsi universitari? Avete attivato dei corsi in inglese per gli studenti internazionali?
I corsi sono attualmente tutti tenuti in lingua italiana e non ci sono corsi in lingua inglese pensati appositamente per gli studenti internazionali. Tuttavia, qualcosa sta cambiando. Da quest'anno, ad esempio, la facoltà di Farmacia ha deciso che i corsi del quarto e del quinto anno possono essere svolti direttamente in lingua inglese, lasciando agli studenti la scelta di frequentare il corso in lingua italiana o inglese.
Gli studenti che arrivano presso il vostro ateneo, parlano già italiano? Hanno modo di approfondire e perfezionare la conoscenza della nostra lingua presso di voi?
Prima di arrivare nella nostra università, gli studenti devono aver studiato un po' di italiano in Cina. Una minima conoscenza linguistica è conditio sine qua non per essere accettati; in ogni caso l'università ha predisposto dei corsi di lingua italiana. Nel corso del loro soggiorno, agli studenti cinesi è quindi offerta la possibilità di studiare anche la nostra lingua, oltre che la specializzazione da loro scelta.
Come avvengono le selezioni degli studenti?
Noi abbiamo diversi canali di reclutamento. Un primo canale 'generalista' è aperto a tutti gli studenti che, tramite il nostro sito internet, possono inoltrare individualmente la propria domanda. Un secondo canale sono le agenzie di reclutamento cinesi. Si tratta di agenzie che selezionano studenti, appositamente per mandarli a studiare all'estero. Questo canale è per noi indispensabile: la Calabria non è ancora molto conosciuta in Cina e un po' di pubblicità aiuta. Infine, abbiamo anche un terzo canale: studenti reclutati direttamente da quelle università cinesi con cui noi abbiamo stretto degli accordi bilaterali. Questi sono essenzialmente i tre diversi canali tramite cui avviene il reclutamento, gli studenti selezionati confluiscono poi su tutte e sei le facoltà dell'Università della Calabria.
Il flusso di studenti è mono o bidirezionale? Ovvero, ci sono degli studenti italiani che si spostano nelle università cinesi?
Attualmente non ce ne sono. Il problema è che l'Università della Calabria non offre un corso di laurea in Lingua cinese. La facoltà di Farmacia ha però un accordo con l'Università di Nanchino, una delle migliori della Cina. Le due università hanno istituito un corso congiunto, tenuto in lingua inglese, che prevede uno scambio interuniversitario bidirezionale per un semestre. Comunque questa è un'opzione che stiamo cercando di ampliare. Anche durante i colloqui avuti in questi giorni, abbiamo cercato di raggiungere degli accordi con le università locali, affinché i nostri studenti possano venire a studiare in Cina, non dico per prendere una laurea, ma magari per un soggiorno di 3-6 mesi.
di Giulia Ziggiotti
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