Shanghai, 11 ott.- Il 17 settembre, presso il Padiglione Venezianell'area UBPA dell'Expo Shanghai 2010, si è svolto il Ca' Foscari Day, un'raduno' di tutti gli ex-cafoscarini attualmente residenti a Shanghai e, più ingenerale, in Cina. Come e quando è nata l'idea di organizzare questo evento?Quante adesioni avete ricevuto? Come siete riuscite a raccoglierle? Giro diparola, internet, social network (anche se qui in Cina dovrebbero essere'inaccessibili'…)? Quali le finalità dell'evento?
L'idea èstata stimolata circa un anno fa da un incontro a Venezia con alcuni nostrilaureati sinologi che lavorano a Shanghai. Hanno chiesto di riprendere icontatti con l'Università per fondare un'associazione e un sito web di laureaticafoscarini in Cina capace di costruire una rete di relazioni con professori estudenti in Italia ma anche fra i cafoscarini e le istituzioni cinesi eitaliane. Abbiamo avuto oltre 100 adesioni ma sicuramente ve ne sarebbero statemolte di più se solo avessimo esteso l'invito anche a laureati e studenti chesoggiornano a Pechino, Hong Kong e in altre sedi cinesi. Non lo abbiamo fattoper timore che gli spazi dedicati all'evento del Padiglione di Venezia nonfossero sufficienti ad accogliere tutti. Siamo riusciti a raccogliere leadesioni attraverso il passaparola, ci hanno pensato i laureati. Il rapportocon loro si è consolidato e sono già partite iniziative promosse dagli ex-cafoscariniche vedono il coinvolgimento di istituzioni cinesi, imprenditori italiani euniversità.
Ex-cafoscarino di ieri e di oggi. Conoscequalche storia di successo nel campo lavorativo?
Certamente,un esempio è quello di Davide Cucino, vive e lavora in Cina dalla fine deglianni '80. Dopo alcune esperienze come mediatore culturale, ha ricoperto diversiincarichi tra cui la Presidenza della Camera di Commercio Italiana in Cina. Oggirappresenta in quel paese le attività di Finmeccanica e di alcune sue società operative. Dallo scorso aprile è inoltre vice presidente della Camera di Commerciodell'Unione Europea in Cina. Ma vi sono altri casi, a Pechino, Shanghai, Canton,Hong Kong e nel resto del mondo.
Venezia e il Padiglione Venezia all'Expo. Latradizione di Marco Polo che rivive ai nostri giorni e che è stata direttamenterichiamata anche attraverso alcuni appuntamenti nel programma del Padiglione(Es. Metti un giorno, al mercato, con Marco Polo; Metti una sera, a Shanghai, atavola con Marco Polo). Ancora, lo slogan del Padiglione wengu er zhi xin (se non sbaglio, dovrebbe essere stato scelto da lei).E infine, gli stagisti. Studenti del Dipartimento di Studi Orientali o delloIUAV. Come l'Università Ca' Foscari è stata coinvolta nella realizzazione delmarketing dell'immagine di Venezia? Quale messaggio avete voluto veicolaretramite il Padiglione Venezia?
Due anni fa il Comune diVenezia coinvolse le università veneziane nel Comitato Expo di Venezia el'allora rettore di Ca' Foscari Pier Francesco Ghetti delegò me. Lo slogan delPadiglione di Venezia, "Ripercorrere il passato per conoscere il presente" (wenguer zhi xin) che proposi al Comitato Expo Venezia, è stato molto apprezzato dalpubblico cinese. In primis perché, trattandosi di un aforisma tratto dai Dialoghidel Maestro Confucio (Confucio, Dialoghi, a cura di Tiziana Lippiello, Einaudi,Torino 2010), i cinesi lo hanno percepito come un omaggio alla loro cultura, epoi perché ben rendeva l'immagine di Venezia che si voleva trasmettere aicinesi: un armonioso connubio di tradizione e innovazione. Ai visitatori cinesiche ci chiedevano le ragioni di tale scelta lo abbiamo spiegato in terminimolto semplici: Venezia è una città antica, dove l'arte, la storia e laletteratura del passato sono più che mai vive e presenti in ogni angolo, inogni calle. Ma è anche la rappresentazione della modernità, come testimonianole "urban best practices" della città. Pertanto il detto del Maestro Confucioesprime con efficacia la sua realtà, la sua bellezza.
Il Dipartimento di Studi sull'Asia Orientale dell'UniversitàCa' Foscari di cui lei è attualmente direttrice. Come si articola l'offertaformativa per gli studenti? Quali i corsi di laurea? Quali i gemellaggi con leuniversità internazionali (cinesi e non) per approfondire lo studio dellalingua cinese e delle altre materie di studio? Quali le possibilità di stage,per fare ponte tra il mondo universitario e quello lavorativo? In che settoristate attualmente facendo ricerca? Quali 'core competences' offre il corso di laureaa Ca' Foscari?
I corsi di laurea sono: duepercorsi triennali "Lingue, Culture eSocietà dell'Asia Orientale" (LICSAO), e"Mediazione linguistica e culturale" (MLC) presso la sede di Treviso. Il primofornisce una formazione linguistica e culturale indispensabile per dialogare inmodo efficace con i cinesi, con qualche insegnamento di economia e diritto,utili per condurre le trattative. Il secondo è un corso unico in Italia, formatraduttori e interpreti professionisti; è a numero chiuso e questo indubbiamentefavorisce la qualità dei risultati. I nostri percorsi magistrali sono ilneonato "Lingue e Istituzioni economiche e giuridiche dell'Asia e dell'Africamediterranea" (LISAM), il "Corso in Lingue Culture dell'Asia Orientale"(LICAO), il Corso in "Interpretazione e traduzione editoriale, settoriale" diTreviso (ITES) e infine il "Corso in Scienze delle religioni" (laureainterateneo con l'Università di Padova).
Abbiamo rapporti di collaborazione conuniversità taiwanesi, cinesi e giapponesi, i nostri studenti solitamente svolgonoun semestre di studio in Cina, ma ora stiamo lavorando a progetti di jointdegrees con alcune università europee e dell'Asia Orientale. Il problema è che inostri studenti sono molti e gli accordi quadro interateneo consentonol'esenzione delle tasse solo per un numero limitatissimo di studenti. Quantoagli stages, alcuni li svolgono presso istituzioni italiane in Cina, come la Camera di Commercio Italianadi Pechino, ma anche presso università e istituzioni cinesi. Altri scelgono disvolgere un semestre alla Venice International University, dove abbiamo lanciatoil Globalization Program che, oltre ad offrire un'esperienza universitaria internazionalesu alcuni temi di grande attualità, offre borse di studio e percorsi di stagepresso istituzioni e imprese in Italia e all'estero. Un punto di forza delDipartimento di Studi sull'Asia Orientale è indubbiamente la formazione linguistico-umanistica,l'insegnamento di varie discipline della Cina, del Giappone e della Corea,dagli studi classici alla letteratura, dalla filosofia all'arte, cinema e media.
Sicuramente Ca' Foscari ha il primato nell'ambito degli studi classici inItalia (e non solo), i sinologi classicisti veneziani sono spesso invitatipresso altri atenei a tenere cicli di lezioni, workshop, conferenze. Ma stiamo anchepuntando a percorsi interdisciplinari, ovvero corsi di laurea che coniughino lecompetenze del sinologo con quelle dell'economista, come il nuovo Corso diLaurea magistrale LISAM, che già conta quasi un centinaio di studenti. Lostesso dicasi per la ricerca: non solo lingua, storia, filosofia ed arte, chepure sono sempre oggetto di studio data la notevole quantità di testi cinesimai studiati e tradotti in Occidente, ma altri settori come le nanotecnologie,l'ambiente, la politica e l'economia, in collaborazione con i colleghi dellealtre aree disciplinari. Progetto ambizioso, ci vorrà un po' di tempo perrealizzarlo.
Negli ultimi anni nel linguaggio cinese èapparso un neologismo: "hanyu re" (febbre per il cinese), ad indicare ilcrescente interesse verso lo studio della lingua cinese. Anche il Dipartimentodi Studi sull'Asia Orientale dell'Università Ca' Foscari ha conosciuto unacrescita delle iscrizioni? Avete intenzione di limitare l'accesso al corso dilaurea tramite un esame iniziale, così come accade per altre facoltà a 'numerochiuso'?
Certamente, la "febbreper la lingua e la cultura cinese" è un fenomeno scoppiato in Cina alla finedegli anni '80, ma non solo in Cina. In Italia le iscrizioni sonoparticolarmente aumentate dopo il 2000 e oggi gli studenti di cinese a Veneziasono circa 1500. Del resto per farebusiness in Cina non si può prescindere dalla conoscenza della cultura cinese,come afferma il Prof. Carlo Carraro, Rettore dell'Università Ca' Foscari, inuna recente intervista all'agenzia Xinhua ripresa dal China Daily. Limitare l'accesso al corso di laurea certamente ciconsentirebbe di offrire una didattica di qualità superiore, di insegnare lalingua in modo adeguato, con un rapporto docente-studente commisurato con ladifficoltà della lingua asiatica, come avviene in tutti gli atenei europei.
Focus 'studente'. Come vede i nuovi studenti?Genuinamente motivati, appassionati dalla cultura o più affascinati e forse unpo' abbagliati dalla crescita economica che la Cina ha registrato negli ultimi anni?
Molti sono genuinamentemotivati, si iscrivono perché attratti dalla Cina da un punto di vistaculturale oltre che linguistico, ma molto forte è l'interesse verso altriambiti disciplinari quali l'economia, il diritto, le relazioni internazionali el'ambiente. Alcuni studenti dopo il percorso triennale si recano in Cina perapprofondire la conoscenza della lingua e a cercare lavoro, ma la gran partepreferisce procedere poi con la laurea magistrale a Venezia o in Europa per proporsinel mondo del lavoro con solide basi culturali e maturità.
Come esperta di Cina, potrebbe condividere connoi le sue impressioni sull'Expo? E avanzare un suo giudizio più generale sullarealtà cinese? Conquiste e sfide future.
La Cina ha mille volti, i suoi "passida gigante" sono evidenti. L'Expo è una bella vetrina per il visitatore cinese,una sorta di Disneyland, forse un po' deludente per il visitatore occidentale,ma di certo chiunque ha potuto apprezzare l'organizzazione perfetta, l'ordine ela disciplina nell'area Pudong di Shanghai. Ma se solo ci si allontana verso ivicoli del centro storico, è come se il tempo si fosse fermato, è Cina allostato puro, fra mille contraddizioni, con i mercatini, le biciclette ed irisciò che fanno capolino fra le centinaia di automobili ferme nel traffico. Eallora le luci metropolitane della sera a Pudong appaiono come un sognoeffimero per lo straniero che, abbagliato, fatica a trovare l'essenza dellafilosofia di vita asiatica. Sicuramente l'esperienza dell'Expo ha prodottorisultati non trascurabili: contatti, occasioni per promuovere il made in Italye il sistema italiano, vetrine espositive, eccetera. Ora sta a noi far sì chetutto ciò si trasformi in azioni concrete.
di Giulia Ziggiotti
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