Shanghai, 17 mag. - AgiChina24 intervista l'architetto Marco Casamonti
Firenze, 1988. Laura Andreini, Marco Casamonti e Giovanni Polazzi fondano Archea Associati. Lo studio vanta oggi un network di oltre 100 architetti, operativi nelle 5 sedi di Firenze, Genova, Milano, Roma e Pechino. Lo sbarco in Cina è avvenuto nel 2005; le attività di ricerca di Archea Associati Beijing spaziano dall'interior design a progetti su scala urbana, passando attraverso lavori di ricerca sul tema dell'urbanizzazione delle metropoli cinesi. All'interno della cornice EXPO 2010, lo studio Archea Associati Beijing ha realizzato uno dei padiglioni presenti nella Urban Best Practice Area (UBPA).
Architetto Casamonti, potrebbe descriverci la genesi del padiglione?
Due anni fa, il nostro studio si è aggiudicato l'appalto per la progettazione del padiglione lanciato dalla World Expo Shanghai 2010 Holding Company. La realizzazione dell'opera rientra inoltre nel più ampio programma di collaborazione tra L'EXPO e il Ministero dell'Ambiente Italiano. I termini del contratto prevedevano che la realizzazione delle strutture sarebbe stata affidata alla controparte cinese, mentre lo studio ideatore del progetto avrebbe diretto i lavori. Su puntuale richiesta della committenza, l'edificio è un semplice contenitore rettangolare, di dimensioni 78 per 28 metri, ideato per ospitare gli allestimenti delle città che partecipano all'evento (Bologna, Zhengzhou e Seoul).
"Better City, Better Life" è lo slogan di questa edizione dell'EXPO e tutte le strutture presenti nei 5,28 chilometri quadrati del parco espositivo sono state progettate nel massimo rispetto dell'ambiente. Quali sono le principali caratteristiche del padiglione su questo fronte?
Il progetto da noi realizzato è completamente eco-compatibile. La luce entra dall'alto, pertanto lo spazio risulta illuminato e irradiato senza necessità di consumo di energia. Inoltre, le spesse pareti dell'edificio permettono di isolare termicamente gli interni, così che non è necessario neppure un impianto di condizionamento. Infine, l'intera struttura è smontabile e, poiché l'intero manufatto è stato realizzato a secco, oltre il 90% delle componenti utilizzate nella costruzione sono recuperabili.
Come ha ricordato, l'edificio è un semplice quadrato; tuttavia, guardandolo dall'esterno, la sagoma è molto particolare. Ci potrebbe descrivere la struttura esterna?
Le pareti esterne sono in struttura metallica e si presentano come una successione di introflessioni e estroflessioni, che ricordano le opere di Castellani e Fontana. Sono rivestite da pannelli in tessuto siliconico (realizzate da Tensoforma, azienda tessile della provincia di Bergamo) che trasformano la scatola edilizia in una superficie morbida e vibratile.
Nel corso della realizzazione avete incontrato delle difficoltà nel relazionarvi con la controparte cinese?
Direi di no. Siamo a Pechino dal 2005, e quindi vantiamo una certa esperienza nel dialogare con la controparte cinese. Per seguire attentamente ciascuna fase del progetto abbiamo comunque disposto che due delle nostre risorse, un architetto italiano e uno cinese, parte del nostro team nella capitale, si trasferissero qui a Shanghai e monitorassero il sito 'step by step'.
di Giulia Ziggiotti