Internauti invadono profilo Google di Obama

Internauti invadono profilo Google di Obama

 

di Sonia Montrella

 

Roma, 27 feb.- Occupare Obama, o meglio, la sua pagina Google+. Questa la missione di centinaia di internauti cinesi che alcuni giorni fa, approfittando di una temporanea falla nel sistema di censura ben attivo al di là della Grande Muraglia, hanno inondato di commenti il profilo del presidente degli Stati Uniti, aperto in vista della campagna per la rielezione. Un'invasione 2.0 realizzata a colpi di "caratteri semplificati": ovvero quelli usati nella Cina continentale, ma non a Hong Kong o Taiwan e per questo,  sostengono gli esperti, guidata dai cinesi.

 

Quanto ai contenuti, gli internauti hanno spaziato in lungo e largo prendendo spunto dai topic aperti in precedenza da Barack Obama. Non è mancata qualche critica, ma per lo più il tono è rimasto scherzoso e sarcastico. E poi, puntuali, sono comparsi gli appelli alle riforme democratiche: "Presidente vogliamo la libertà americana" scrive un utente che si forma Zhang Mian. Altri messaggi – si legge sul Washington Post – invocano la fine del dominio del PCC.  "Non possiamo occupare la pagina del nostro presidente: Hu Jintao odia internet e non ha nemmeno un profilo aperto. Quindi invadiamo quello di Obama" scrive un'altra netizen che poi aggiunge "Perdonaci".

 

Nel fiume di ideogrammi compaiono anche due nomi noti fuori e dentro l'Impero di Mezzo: Chen Guangcheng, l'avvocato per i diritti umani ceco e al momento agli arresti domiciliari, di cui i netizen chiedono la liberazione; e Wang Lijun, il superpoliziotto in testa alle cronache nelle ultime settimane per aver passato una notte al consolato americano cui aveva chiesto asilo politico. Una storia che si intreccia con quella di Bo Xilai, il numero uno di Chongqing e proiettato verso un seggio al Comitato Permanente - il gotha del Partito Comunista Cinese -, la cui carriera per alcuni subirà un contraccolpo dopo la saga di Wang, suo braccio destro. E se sulla vicenda i cinesi vogliono vederci chiaro, non esitano a chiederlo direttamente a lui, al presidente degli Stati Uniti.

 

Tra commenti seri, scherzosi e semiseri, alcuni netizen si sono lasciati andare a deliri di onnipotenza: "Occupare la pagina Google di Obama è come occupare Wall Street". Ma forse, oltre all'identità che si cela dietro il profilo, a entusiasmare le centinaia di internauti è stato soprattutto il sapore della libertà di espressione concesso da un errore del sistema in alcune zone della Cina. Così come Facebook, Twitter e tutti i principali social network anche Google+ è sottoposto al rigido controllo operato dalla Grande Muraglia di Fuoco, l'apparato di censura cinese, che ne impedisce l'accesso da parte degli utenti. I social network sono di fatto bloccati dal Dragone ed è possibile aggirare lo sbarramento solo attraverso l'uso di proxy o vpn.


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