Internauti a quota 513 milioni a dicembre 

Internauti a quota  513 milioni a dicembre 

Pechino, 16 gen.- Non c'è forma di censura che scoraggi il popolo cinese del web, protagonista di una crescita senza precedenti che a dicembre ha visto i 'navigatori' della rete attestarsi a quota 513 milioni. Il che significa che il 38% degli abitanti dell'intera Cina è on-line.  Lo rivelano le statistiche ufficiali di China Internet Network Information Center (CNNIC) secondo cui, nell'ultimo anno, il 12,2% dei cinesi è caduto nella 'rete'. Un interesse che sembra allargarsi a macchia d'olio, seppur in misura diversa,  tanto nelle città quanto nelle zone rurali: dal rapporto di CNNIC emerge, infatti, che nel 2011 il numero degli internauti delle campagne si è attestato a 136 milioni, in aumento dell'8,9% circa rispetto all'anno precedente. La crescita non basterà tuttavia a colmare il divario tra le due zone: se lo scorso anno ha navigato su internet il 70% degli abitanti della capitale, a Guizhou, nella provincia più povera del Paese, i netizen contavano appena il 24%.

 

In testa alla classifica di gradimento degli internauti cinesi si piazzano i siti di microblogging il cui uso nell'ultimo anno è quadruplicato rispetto al 2010, si legge ancora nel rapporto. A fare la parte del leone, Weibo, il Twitter cinese, prodotto di punta di Sina Co. che, insieme a Tencent, si afferma come la prima società di servizi di microblogging del Gigante asiatico con 200 milioni di utenti. E proprio Weibo, sulla cui bacheca vengono scambiati circa 75 milioni di commenti al giorno, per tutto il 2011 ha fatto dormire sonni agitati ai funzionari del governo cinese. Dalle rivolte arabe al giro di vite sui dissidenti, dal disastro ferroviario di Wenzhou agli scioperi, tutto è passato per la piazza virtuale del social network, con analisi e dibattiti che non hanno risparmiato critiche agli uomini di Zhongnanhai, quartier generale del Partito comunista cinese. All'alzata di sempre più numerose voci fuori dal coro, Pechino ha risposto lo scorso mese con una legge pensata a puntino per i microblog, in base alla quale gli utenti dovranno registrarsi con il proprio nome, anziché utilizzare uno pseudonimo. "Non è più possibile effettuare la registrazione con false informazioni riguardo la propria identità" si legge sul comunicato rilasciato del governo lo scorso 16 dicembre. Tuttavia una volta registrati, gli internauti avranno l'opportunità di scegliere un proprio nickname, ha fatto sapere l'Agenzia di stampa cinese Xinhua. I netizen già registrati avranno tre mesi di tempo a disposizione per mettersi in regola oltre i quali potranno perdere il diritto di pubblicare commenti e incorrere in conseguenze legali. Il sistema di tracciabilità, sostengono gli osservatori, è l'ultima trovata del Dragone per tentare di reprimere le voci contrarie al partito e "mantenere la stabilità sociale"; segno che il sistema di censura 'Grande Muraglia di Fuoco', il quale ha reso impossibile l'utilizzo di social network come Facebook e Twitter, se non con adeguati proxy, non è bastato a impedire una fuga di notizie scomode e la formazione di una coscienza civile critica.

 

Una netta predilezione per lo smartphone completa l'identikit dell'internauta cinese stilata da CNNIC. Secondo l'istituto nel 2011 la navigazione sul web tramite dispositivi manuali è cresciuta del 17,5%. Un comparto in cui la Apple la fa da padrone, basti pensare alle scene di delirio registrate la scorsa settimana a Pechino dove uno store della Mela morsicata è stato preso d'assalto da fan arrivati da tutta la Cina per acquistare l'iPhone 4s, ultima creature di Steve Jobs. Lanci di uova, pestaggi e arresti hanno costretto i titolari del negozio a sospendere la vendita dello smartphone, d venerdì acquistabile in Cina solo on-line.

 

di Sonia Montrella



©Riproduzione riservata