Roma, 20 nov.- La Mongolia Interna riapre il caso giudiziariodi Hugjiltu, giustiziato nel 1996 a diciotto anni per unomicidio non commesso. Il ragazzo, che era stato accusato diaver rapito e ucciso una donna a Hohhot, si era dichiaratoinnocente fino a quando si legge in una dichiarazione rivelatapoi era stato picchiato dalle guardie e costretto a confessare.Poi nel 2005 un uomo, Zhao Zhihong, ha costituito alla poliziaspiegando di essere l'omicida della donna. Era il 9 aprile del 1996 quando Hugjiltu e un collegatrovarono la donna che giaceva a terra senza vita vicino ildormitorio della fabbrica di sigarette di Hohhot. Chiamata lapolizia gli agenti arrestarono il ragazzo che fu giustiziato agiugno. Per anni i genitori di Hugjiltu si sono battuti per averegiustizia insistendo, appoggiati dai legali, sulla mancanza ditest del DNA, di prove e su una confessione estorta in modoopinabile. Breve anche il tempo impiegato per analizzare ilcaso: 62 giorni. Secondo l'avvocato Miao Liall'epoca dei fattii giudici mongoli avevano molta fretta di chiudere questo tipodi casi perche' sotto pressione per una campagna nazionale sulcrimine chiamataYanda. (AGI).