Inflazione cinese in ritirata
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Inflazione cinese in ritirata

Inflazione cinese in ritirata

Pechino. A dicembre l'incremento dei prezzi scende a 4,1% preparando la strada a iniezioni di liquidità
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SHANGHAI. Dal nostro corrispondente
L'inflazione cinese continua la marcia del gambero iniziata alla fine della scorsa estate. A dicembre, l'indice dei prezzi al consumo del Dragone ha registrato un incremento su base annua del 4,1% (il livello più basso degli ultimi 15 mesi), portando al 5,4% il tasso d'inflazione relativo all'intero 2011. Sebbene marginale (-0,1%), la quinta flessione consecutiva del costo della vita conferma che, al termine della guerra senza esclusione di colpi contro la corsa dei prezzi iniziata nell'autunno 2010, il Governo è finalmente riuscito a domare l'inflazione. E a riportarla intorno al tasso programmatico del 4 per cento.
Il trionfo su uno dei due grandi spettri della nomenklatura cinese (l'altro è la crescita economica) dovrebbe aprire ora la strada a un rilassamento della politica monetaria ultrarestrittiva varata da Pechino oltre un anno fa. Con due precisi obiettivi: raffreddare i prezzi; e sgonfiare la bolla immobiliare che, nonostante la discesa delle quotazioni del mattone registrata negli ultimi tre mesi, galleggia sempre minacciosa sopra il Paese.
A fine novembre, la People's Bank of China aveva già lanciato un segnale in questa di direzione, abbassando di mezzo punto al 21% la riserva obbligatoria. Ma poi la Banca centrale cinese non è più intervenuta per ammorbidire le condizioni del credito, deludendo le aspettative di una buona parte del mercato pronto a scommettere su un altro taglio della riserva obbligatoria entro la fine del 2011.
Probabilmente, prima di allargare i cordoni della borsa, Pechino preferisce essere sicura che l'inflazione sia veramente rientrata nei ranghi fisiologici per un'economia che cresce al ritmo del 9% l'anno. Ma la certezza matematica ancora non c'è. Lo dimostra la recente dinamica dei prezzi dei generi alimentari, che furono la causa della fiammata inflazionistica del 2010: a dicembre sono aumentati del 9,1% contro l'8,8% del mese precedente. Insomma, Pechino non può ancora permettersi di abbassare completamente la guardia.
Ciò detto, nella parte finale del 2011, la congiuntura cinese ha iniziato progressivamente a rallentare. Sia per effetto della debolezza della domanda globale, sia per una serie di nodi domestici che sono venuti al pettine (tra questi, la bomba del debito locale e lo sboom del settore immobiliare).
L'ultimo segnale negativo è di ieri: nel 2011, le vendite di autoveicoli oltre la Grande Muraglia hanno registrato l'incremento più basso nella storia del mercato cinese delle quattroruote: +2,5% per un totale di 18,5 milioni di pezzi venduti, contro il +32% del 2010. Il segmento delle auto passeggeri è andato un po' meglio: +5,2%, pari a 14,5 milioni di vetture uscite dai concessionari, che si confronta con il +33% dell'anno precedente.
In questo scenario, sebbene la Pboc abbia già annunciato che nel 2012 manterrà una politica monetaria «prudente», è assai probabile che nel prossimo futuro, se non proprio il costo, almeno la quantità di denaro circolante nel sistema inizi gradualmente ad aumentare. Secondo indiscrezioni di mercato, supportate ieri dalle dichiarazioni del presidente di una grossa banca privata domestica, nel 2012 Pechino aumenterà il target per l'erogazione complessiva dei prestiti bancari a 8mila miliardi di yuan (993 miliardi di euro), contro 7,5 miliardi dell'anno scorso.
Ma se lo stato di salute dell'economia cinese dovesse ulteriormente peggiorare, la Banca centrale non esiterà sicuramente ad accompagnare la crescita della base monetaria con altre iniezioni di liquidità per stimolare la crescita. Il medicinale che Pechino ha già pronto nel cassetto è quello già utilizzato nel 2008-2009 per curare il malato che rischiava di restare contagiato dalla grande crisi finanziaria globale: tagli alla riserva obbligatoria per le banche; e, se la terapia non fosse sufficiente, anche riduzioni del costo del denaro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

13/01/2012
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