Pechino, 29 ott. – Dietro front per Pechino che decide di tornare sui propri passi riconfermando l'incontro tra i premier cinese e giapponese Wen Jiabao e Naoto Kan. Nella stessa giornata, è previsto inoltre un colloquio tra il ministro degli Esteri cinese Yang Jiechi e giapponese Seiji Maehara sui i giacimenti di gas di cui il sottosuolo tra Cina e Giappone è ricchissimo La notizia è stata riportata dal canale televisivo giapponese NHK che cita fonti ufficiali del governo di Tokyo. Il meeting previsto per venerdì ad Hanoi nell'ambito del vertice dell'ASEAN e che avrebbe dovuto anticipare il meeting dell'ASEAN+6 (Australia, Cina, India, Giappone, Sud Corea e Nuova Zelanda) in agenda sabato, era stato cancellato giovedì dal Dragone che, secondo l'agenzia di stampa giapponese Kyodo News, si sarebbe irritato per le accuse di embargo di terre rare avanzate dal Giappone.
Da tempo infatti il Giappone lamenta un calo nelle esportazioni cinesi di terre rare, un gruppo di 17 minerali usati per la produzione di articoli high-tech, schermi per computer, macchine ibride e iPod, prodotti di traino dell'industria giapponese. Secondo fonti giapponesi, il Dragone, che detiene il 95%-97% dei metalli di questo tipo impiegati dall'industria mondiale, utilizzerebbe il blocco di questi minerali come "strumento di ricatto". In particolare Pechino si sarebbe servito di questo mezzo per ottenere il rilascio del capitano del peschereccio arrestato e trattenuto per oltre 15 giorni dalle autorità giapponesi in seguito alla collisione con due motovedette nipponiche avvenuta a largo delle isole Diaoyu, ricche di petrolio e gas naturale e da tempo oggetto di contesa tra i due Paesi. Ma Pechino nega categoricamente di aver mai utilizzato a proprio favore l'embargo di terre rare.
"La Cina non userà mai le terre rare come 'strumento di contrattazione' – ha dichiarato il portavoce del ministero dell'Industria e Tecnologia Zhu Hongren –. Il governo si augura di avviare con gli altri Paesi una cooperazione sullo sfruttamento di terre rare sulla base del reciproco interesse, ma allo stesso tempo vuole preservare le risorse non rinnovabili". "La produzione e l'esportazione delle terre rare cinesi – dichiara ancora Zhu – non deve tener conto solo dello sviluppo economico, ma anche di altri fattori quali la protezione ambientale e delle risorse. Una posizione che – sottolinea Zhu – è in linea con le direttive della World Trade Organization".
di Melania Quattrociocchi
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