Incidenti in Tibet: un morto, Pechino nega

Pechino, 24 gen.- Nuovi scontri in Tibet e nuova guerra di informazioni tra Pechino e Dharamsala: secondo quanto riferiscono due organizzazioni a sostegno della causa tibetana e lo stesso "governo in esilio" di Dharamsala, nella giornata di lunedì "migliaia di persone" hanno inscenato una manifestazione davanti ai palazzi governativi della prefettura autonoma di Ganzi, in un'area remota del Sichuan, nella Cina centrale. La polizia avrebbe sparato sulla folla causando la morte di una persona e il ferimento di almeno altre trenta, mentre secondo un'altra versione i morti sarebbero addirittura tre.
La zona è di nuovo scossa da forti tensioni dopo che nell'ultimo anno 16 monaci si sono dati fuoco per protestare contro il governo di Pechino: secondo gli attivisti tibetani, le proteste si sono scatenate in seguito a un recente inasprimento delle misure di sicurezza nella regione, adottate per impedire la circolazione di documenti e pamphlet che invitano all'auto-immolazione.
Completamente diverso il resoconto fornito dalla Xinhua, l'agenzia di stampa ufficiale cinese: secondo Pechino i manifestanti erano "dozzine", alcuni di loro erano armati di coltelli, e dopo aver occupato la strada principale del villaggio la folla ha circondato la locale stazione di polizia con una sassaiola, ferendo cinque agenti. "La violenza della manifestazione ha ucciso uno dei manifestanti", riferisce Xinhua.
La leadership cinese torna ad accusare "forze straniere" per le violenze: "I tentativi di gruppi secessionisti con base all'estero di usare il Tibet per distorcere la verità e gettare discredito sul governo non avranno alcun successo" ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino Hong Lei.
Come nel caso dei disordini precedenti il copione si ripete uguale a sé stesso: è impossibile verificare in maniera imparziale le due versioni, la remota area tibetana è stata resa irraggiungibile dalle forze dell'ordine.
Di sicuro, la tensione sta montando con l'avvicinarsi del mese di febbraio, nel quale si celebra il Losar, il Capodanno Tibetano: diverse agenzie di viaggi a Lhasa e dintorni rendono noto che per il quinto anno consecutivo ai turisti stranieri sarà impedito l'ingresso in Tibet nel periodo che va dal 20 febbraio al 30 marzo, anniversario degli scontri che nel 2008 insanguinarono la regione.
di Antonio Talia
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