In galleria mattoni e web sono le strategie vincenti
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In galleria mattoni e web sono le strategie vincenti

In galleria mattoni e web sono le strategie vincenti

Rapporto Cina. Il mercato primario scambia oltre la metà del valore commerciale dell'arte, ma deve investire nelle fiere e nell'online
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Dei 43 miliardi di euro spesi in arte e antichità a livello globale nel 2010, circa 21,9 miliardi sono stati riversati sul mercato primario, cioè nelle gallerie, e gli altri 21,1 su quello secondario, cioè in asta (secondo il rapporto Tefaf 2011). Nonostante il mercato primario rappresenti più del 50% delle vendite d'arte globali, rimane un settore opaco, non ancora analizzato con sistematicità. A questa mancanza ha rimediato l'analista del mercato dell'arte Claire McAndrew in un rapporto sul gallerista tra passato, presente e futuro pubblicato dalla Confédération Internationale des Négociants en Oeuvres d'Art (Cinoa), un'associazione di 5mila gallerie da 22 paesi fondata a Bruxelles nel 1935, e intitolato «Il ruolo del mercante d'arte e antichità. Un valore aggiunto». Per realizzarlo McAndrew ha intervistato, nel 2010, 45 galleristi in tutto il mondo, compresa l'Italia, e ha svolto un sondaggio tra alcuni collezionisti americani. Analizzando i dati è emerso che, sebbene si contino più di 375mila galleristi registrati nei maggiori centri del mercato globale, solo il 2-5% scambia più della metà del valore delle vendite, gli altri registrano un giro d'affari sotto i 100mila euro. Vendite sopra i 10 milioni sono state riportate solo dal 4% degli intervistati, e sopra i 50 milioni solo dall'1%. Insomma la maggior parte delle gallerie sono «micro-imprese» lo conferma il numero di impiegati, in media intorno ai 3-4 per galleria (le maggiori case d'asta contano tra 500 e 1.900 impiegati, le minori una media di 23). Nel complesso, tuttavia, i lavoratori del mercato primario sono stati nel 2010 ben 1,4 milioni, cioè il 70% degli impiegati totali nel commercio d'arte. La maggior parte è occupato full-time (il 76% contro il 58% di altri settori culturali) e ha un'istruzione universitaria (il 68% contro il 26% del mercato del lavoro in generale in Europa e il 35% negli Usa). Le donne sono in minoranza, solo il 44%.
Il mercato dell'arte stimola anche altri settori: nel 2010 sono stati spesi 11 miliardi di euro in servizi quali marketing (2,1 miliardi), assicurazioni, conservazione e restauro. Solo nella Ue sono stati spesi 3,8 miliardi e impiegati 113mila lavoratori. In particolare nel bilancio dei galleristi è cresciuta la voce «fiere d'arte internazionali», per le quali sono stati spesi 1,6 miliardi di euro. La partecipazione alle fiere è centrale nella strategia di business dei galleristi che registrano durante questi eventi la gran parte delle vendite. Sono sempre più in calo, invece, le vendite in galleria, in alcuni casi rappresentano solo il 5% del volume d'affari. Fortemente contrastate dalle vendite all'asta. Per questo in fiera c'è la necessità di allearsi per ricreare quell'«eccitazione da sala d'asta» che nasce quando vari acquirenti si trovano a competere in un unico ambiente. I galleristi poi tendono ormai sempre più a specializzarsi, ma ciò comporta un aumento del rischio. Per ridurlo cercano di espandersi sul piano internazionale: il 28% ha registrato la metà delle vendite al di fuori dei confini nazionali; un altro 11% addirittura i tre quarti. Mentre Stati Uniti, Germania e Italia rimangono più legate al mercato interno con rispettivamente l'81%, 80% e 86% delle vendite, Francia e Gran Bretagna tendono al commercio internazionale (52% e 62%), guardando agli altri paesi Ue, agli States e all'Asia.
Che cosa ci prospetta il futuro? Sicuramente una crescita delle transazioni online, oggi rappresenta solo il 3-8% del commercio globale, ma si prevede che la vendita al dettaglio sul web andrà a sostituire la vendita tradizionale nel 2020 (stima Goldman Sachs 2010) e ciò si ripercuoterà anche sul commercio d'arte. Già ora il sito e la mail sono fondamentali per i galleristi; il modello di business vincente sarà la strategia "bricks and clicks" (mattoni e click), che unisce contatto diretto e presenza online.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

20/08/2011
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