In Cina si sgonfia l'immobiliare
ADV
ADV
In Cina si sgonfia l'immobiliare

In Cina si sgonfia l'immobiliare

Asia. Calo dei prezzi a novembre
di lettura
Investimenti in calo, compravendite e prezzi in discesa, la bolla immobiliare cinese si sta sgonfiando. Lo certifica la Banca centrale cinese e anche se per anni le autorità hanno cercato in tutti i modi di raffreddare un mercato surriscaldato, ora fa capolino la preoccupazione opposta, perché un crollo dei prezzi, che potrebbe raggiungere anche il 20-30% secondo gli operatori del settore, minaccerebbe una «reazione a catena» sugli istituti di credito. Che potrebbero anche reggere, ma - si legge tra le righe di una nota a Banca centrale - temono le eventuali vendite da panico che potrebbero scatenarsi.
I sintomi di un «punto di svolta» sono chiari: a novembre i prezzi delle case hanno registrato la flessione più alta da un anno (anche se solo dello 0,28%), mettendo in fila il terzo mese di calo consecutivo. Il raffreddamento si è sentito anche a Shanghai e a Pechino, dove i prezzi degli appartamenti "usati" sono crollati ai minimi da 15 mesi (2.563 euro al metro quadro). In tutto il Paese, le compravendite di abitazioni esistenti sono diminuite del 55,8% rispetto a dicembre del 2010.
La stessa politica monetaria restrittiva messa in atto dalla Banca centrale, combinata con il prosciugamento dei capitali in arrivo dall'estero per effetto della crisi globale (a settembre si è registrata addirittura una fuoriuscita dal Paese), sta lasciando i costruttori a corto di liquidità. Sempre ieri, un rapporto sul credito ha mostrato che lo scorso mese il volume dei prestiti delle quattro maggiori banche del Paese è sceso a 500 miliardi di yuan, contro i 600 previsti.
Un crollo dell'immobiliare, secondo Zhang Zhiwei di Nomura, potrebbe frenare sotto l'8% la crescita del Pil nel primo trimestre del prossimo anno. Uno sviluppo sotto questa soglia sarebbe però un problema per le autorità cinesi, che hanno bisogno di un'espansione rapida per creare occupazione.
Proprio ieri, oltre mille lavoratori hanno manifestato davanti a una fabbrica nei sobborghi di Shanghai contro la decisione dell'azienda di spostare l'impianto in un'altra provincia. Contro i manifestanti è intervenuta la polizia con feriti e arresti. La Hi-P, una società di Singapore che produce per Apple, Rim (Blackberry), Motorola, vorrebbe spostare l'impianto in una zona meno cara, licenziando i dipendenti. Come molte altre aziende.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

03/12/2011
ADV