In Cina Janus scommette sui developer residenziali
ADV
ADV
In Cina Janus scommette sui developer residenziali

In Cina Janus scommette sui developer residenziali

strategie
di lettura
È questo il momento per investire nel mercato immobiliare cinese. A dirlo sono gli analisti internazionali, tra cui uno dei guru del settore, Andy Tam di Janus Capital Group, che segue i mercati asiatici per conto dei grandi investitori e che spiega a Casa24 Plus quali sono le opportunità da cogliere immediatamente.
Tre i punti fondamentali. Il primo è che il mercato residenziale non si ferma, nonostante il Governo abbia messo un morso possente al cavallo in corsa dei prezzi delle case. Il secondo è che quello delle abitazioni resta un mercato sano proprio perché le autorità vigilano contro la speculazione e il formarsi della bolla. Il terzo è che le opportunità di investimento migliori sono fornite dai grandi developer con bilanci in ordine, che saranno poi i consolidatori del mercato futuro.
«Le autorità vogliono davvero frenare il fenomeno speculativo – dice Tam – e ci stanno riuscendo. L'ultima misura intrapresa riguarda le seconde case, settore nel quale si nascondeva molta voglia di fare affari. Il Governo ha bisogno di dimostrare statisticamente che i numeri del real estate sono sotto controllo, ma questo non toglie che la domanda effettiva di abitazioni sia molto elevata».
Per questo motivo la strategia per investire nel mercato cinese è acquistare azioni di immobiliari dedicate allo sviluppo, principalmente nel settore residenziale. Tra queste, Tam indica China Overseas Land, China Vanke, Evergrande per i developer puri, Hang Lung Properties per i developer misti (tutti quotati alla Borsa di Hong Kong, tranne Vanke, che è quotata in Cina). «Molte persone, all'aumentare del reddito, vogliono cambiare casa e lasciare le costruzioni di regime, vecchie e inefficienti – spiega l'analista –. Gran parte di questo fenomeno si sta verificando al di fuori delle due città di riferimento, Pechino e Shanghai». Le due metropoli infatti ormai hanno gli stessi standard qualitativi di Hong Kong: questo da un lato spinge la domanda di seconde case in tali città, così come accade nel mondo occidentale per la richiesta di seconde dimore a Londra, Parigi o New York; dall'altro però taglia fuori dalla possibilità di acquisto le fasce più deboli della popolazione. Ed è proprio questo fenomeno quello più combattuto dal Governo. Ma il business, secondo Janus, è proprio nelle "altre" città. «Il mercato immobiliare cinese è molto frammentato – spiega Tam –. I primi 40 developer hanno appena il 20% del mercato e il Governo sta restringendo l'accesso al capitale per gli operatori di minori dimensioni: questo porterà a un processo di consolidamento dei protagonisti maggiori».
Uno dei timori degli investitori internazionali è la minaccia inflazionistica: cosa risponde Janus? «Un aumento dei tassi d'interesse – spiega Tam – non avrà impatti devastanti sul real estate, perché in Cina si lavora con almeno il 60% dell'investimento disponibile come equity». E a parte il residenziale? «Nel commerciale c'è meno speculazione ma c'è anche molta offerta, superiore alla domanda – afferma Tam –. Questo è il motivo per cui noi puntiamo più sul residenziale. Un ragionamento che non vale, invece, per il segmento del lusso, che continua a essere molto interessante».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

28/07/2011
ADV