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«Abbiamo già realizzato un aumento di capitale da un paio di milioni di euro. Una scelta strategica in cui crediamo molto. Ha funzionato. Non è detto che non faremo la stessa cosa nei prossimi mesi».
Nella vicenda di Maurizio Frari, uno degli imprenditori ospiti della assemblea dell'Ucimu, si intrecciano due elementi: la crescita dimensionale, attraverso la fusione con un'altra azienda, e l'irrobustimento patrimoniale. Il piemontese Frari, 52 anni, proprietario della Meccanodora, si è messo d'accordo con un collega, Federico Favretto, titolare della omonima ditta: da due imprese, ne è sorta una, la Fmt. Oggi la nuova società, che ha uno stabilimento a Bosconero e uno a Chieri, ha 180 addetti, un fatturato annuo intorno ai 45 milioni di euro e una posizione di preminenza sul mercato delle rettificatrici per l'automotive e per la meccanica.
L'ultimo aumento di capitale, due milioni di soldi veri, è servito ad aprire le filiali in Cina e in India e a iniziare la partita sulle macchine destinate all'eolico. Attualmente il patrimonio netto è di 10 milioni di euro e i debiti netti verso le banche non superano i sei milioni di euro. Dunque, l'ipotesi di capitalizzazione non sarebbe un rimedio, ma una opportunità. «Una nuova capitalizzazione - puntualizza dunque Frari - andrebbe concepita come un viatico a una nuova fase di sviluppo. Magari facendo entrare nuovi soci. Perché no?».
Dunque, per una impresa sana che non ha bisogno di denaro per turare falle patrimonial-finanziarie, il problema tecnico della capitalizzazione si intreccia intimamente con quello psicologico-personale della cessione dei diritti di proprietà.
«Gli strumenti allo studio per favorire la ricapitalizzazione delle aziende - osserva l'imprenditore piemontese - sono tutti utili, per carità. Però, restano sullo sfondo: è soprattutto un problema di testa. Non è semplice pensare di ridurre la propria presa sull'azienda, la tua creatura: a livello azionario, come nella gestione quotidiana».
Oggi il mercato è duro per tutti: nei primi sei mesi, la Fmt ha visto calare del 35% gli ordini. Tuttavia, la quota destinata all'innovazione resta elevata: circa il 5% del fatturato. «In un contesto tanto complesso - afferma Frari - diventa indispensabile conciliare la operatività quotidiana con la prospettiva strategica. In questo senso, capitalizzazione e fusioni sono davvero interessanti. Abbiamo discussioni in corso con altri tre imprenditori. Vedremo cosa ne uscirà».
P. Br.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
09/07/2009
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