Pechino, 19 mar. – Risaie secche e canali asciutti, raccolti bruciati e acqua dosata col contagocce, crepe nelle piste d'atterraggio degli aeroporti. L'istantanea è scattata nelle regioni sud-orientali della Cina, nelle province dello Yunnan, del Guizhou e del Sichuan; nella regione autonoma del Guangxi e nella municipalità di Chongqing, colpite da diverse settimane dalla "peggiore siccità del secolo".I dati ufficiali cinesi riferiscono di una diminuzione delle precipitazioni del 60% rispetto alla media stagionale e le ultime statistiche rilasciate dalla State Flood Control and Drought Relief indicano che più di 20milioni di persone e ben 6,45milioni di ettari di terreni coltivati ne sono stati colpiti. La situazione è critica. Iniziata lo scorso settembre, la siccità dovrebbe durare ancora circa un mese: il National Meteorological Center (NMC) non prevede miglioramenti fino alla metà del mese di aprile. Per i residenti della provincia dello Yunnan (la terza per risorse idriche nel Paese) una zuppa fumante e un bagno caldo costituiscono un vago ricordo poiché, già a partire dal mese di gennaio, le autorità governative locali hanno iniziato a razionalizzare il consumo di acqua. Nel tentativo di risolvere l'emergenza e sventare il pericolo di una crisi di "acqua potabile", il Ministero per le Risorse Idriche e i quartieri generali della State Flood Control and Drought Relief stanno incontrando le amministrazioni locali delle diverse regioni e pianificando congiuntamente dettagliate contromisure. Nelle scorse settimane il Ministero delle Finanze ha stanziato oltre 16milioni di euro per far fronte alla calamità e le autorità hanno intrapreso a "bombardare i cieli" con sostanze chimiche per indurre le piogge, ma "a causa della scarsa umidità dell'aria l'induzione artificiale non ha dato i risultati auspicati", hanno dichiarato alcuni funzionari all'agenzia di Stato Xinhua. Ed è allarme anche per i raccolti. Secondo Zhang Yi – un membro del team di esperti inviati dal Ministero dell'Agricoltura a vagliare la situazione – "la siccità distruggerà metà del raccolto primaverile, con pesanti ricadute sull'economia delle province. Stimiamo una perdita economica attorno al miliardo e 200milioni di euro quest'anno". E a farne le spese saranno anche l'industria del turismo (il Sud della Cina è una delle mete preferite per le vacanze a cavallo del primo maggio) e quella dei fiori (lo Yunnan, da solo, fornisce l'80% dei fiori freschi del Paese), aggiungono gli esperti. Dal punto di vista delle risorse idriche il 2010 doveva essere un anno da celebrare. A gennaio, infatti, ha compiuto un anno il progetto denominato "Diversione Nord-Sud", che prevede la costruzione di tre linee di canali e acquedotti per convogliare verso il nord del paese, sistematicamente colpito dalla siccità, l'acqua di alcuni affluenti del fiume Yangtze, il più lungo di tutta la nazione. Ma adesso il governo si trova alle prese con questa dura siccità che sta funestando anche le zone meridionali. Dove si spingerà ora il Dragone per placare la sua sete?