IMPORT, SCHERMAGLIE TRA CINA E UE 

IMPORT, SCHERMAGLIE  TRA CINA E UE 

Pechino, 16 mag.- "Discriminatoria e sleale": il portavoce del ministero del Commercio di Pechino Yao Jian aveva definito così le tariffe imposte sabato scorso dall'Unione europea sull'import di carta patinata cinese. E la risposta non si è fatta attendere: qualche ora fa il ministero ha reso noto che applicherà un dazio anti-sussidio statale fino a un massimo dell'11,19% sulle importazioni di amido di patate europeo.

 

"Gli stati appartenenti all'Unione europea hanno danneggiato gli interessi delle società cinesi - si legge nel comunicato diffuso dal ministero del Commercio - concedendo sussidi alle esportazioni di amido di patate dirette verso la Cina. Dal 19 maggio la Cina imporrà un dazio anti-sussidi tra il 7,7% e l'11,19%, basandosi sul margine di vantaggio sleale concesso alle società europee dagli aiuti di stato". Secondo il comunicato sarebbero numerose le compagnie del Vecchio Continente ad avere usufruito dei sussidi statali, incluse la francese Roquette Freres e l'olandese AVEBE.

 

Pechino aveva avviato un'indagine sull'amido di patate - la prima sui sussidi statali contro società europee - già nell'agosto dello scorso anno, e ad aprile aveva deciso di imporre sul prodotto tariffe antidumping che vanno dal 12,6% al 56,7%, alle quali da giovedì prossimo si aggiungeranno anche i nuovi dazi.

 

Ritorsione o semplice protezione dell'interesse economico nazionale? La decisione adottata la scorsa settimana dall'Unione europea è stata accolta in Cina con forte disapprovazione. "L'approccio di adottare contemporaneamente misure antidumping e misure contro i sussidi sul medesimo prodotto è contraria ai principi del WTO - ha detto ancora Yao Jian -, la Cina studierà attentamente la decisione dell'Unione europea e si riserva di adottare tutti i mezzi legali adatti a difendere gli interessi delle società cinesi".

 

L'indagine sulla carta patinata cinese era stata avviata dalla Commissione Europea nello scorso anno, dopo che il caso era stato sollevato da un gruppo di produttori del Vecchio Continente guidati dalla sezione europea del gigante sudafricano Sappi Ltd.

 

Secondo i funzionari dell'Unione il sussidio principale che le aziende cinesi ricevono dallo stato è costituito dai finanziamenti a tassi stracciati concessi dalle banche di proprietà del governo. I produttori della Grande Muraglia, inoltre, riceverebbero dai governi locali l'uso dei terreni a costi notevolmente inferiori a qualsiasi media di mercato, insieme ad altri tipi di sostegni di minore importanza. Le misure decisa dalla Ue comprendono effettivamente tanto tariffe contro i sussidi di stato (dal 4% al 12%) che dazi antidumping (tra l'8% e il 35,1%), che dovrebbero essere applicate per cinque anni.

 

Negli ultimi anni gli scambi tra Pechino e Bruxelles si sono intensificati al punto che l'Unione europea è ormai la prima destinazione per le esportazioni cinesi e la Cina rappresenta per l'Europa il secondo partner commerciale dopo gli Stati Uniti. Al momento le due parti sono impegnate in dispute su diversi prodotti, dai bulloni di metallo, ai modem, fino alle piastrelle di ceramica, ma quello della carta patinata è il primo caso in cui l'Unione agisce contro i sussidi che – a detta dei produttori europei - concederebbero un vantaggio sleale alla Cina.

 

di Antonio Talia

 

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