IMPORT-EXPORT DI DICEMBRE AI MINIMI DA DUE ANNI

Pechino, 10 gen.- Pechino ha chiuso il 2011 con una crescita delle importazioni e delle esportazioni al ritmo più lento degli ultimi due anni. Segno che la crisi globale sta trascinando nel vortice anche la seconda economia al mondo il cui sistema è tradizionalmente orientato verso l'esportazione. Secondo quanto riferito dall'Amministrazione doganale, infatti, a dicembre l'export cinese ha raggiunto il +13,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno predente. Un dato in linea con le proiezioni che prevedevano un aumento del 13,5%, ma in ribasso rispetto al +13,8% di novembre. Arrancano anche le importazioni, a +11,8% in netto calo rispetto al +22,1% del mese di novembre. Un record in negativo che segna il livello più basso degli ultimi due anni escludendo il mese di febbraio in cui di solito l'economia rallenta lasciando il posto ai festeggiamenti per il capodanno lunare.
A rallentare la marcia del Dragone, è principalmente la debolezza della domanda proveniente dagli Usa e dall'Ue, che non sembra destinata ad aumentare a breve con ripercussioni sull'economia cinese già evidenti. Lunedì il vice ministro del Commercio Zhong Shang ha definito sconfortante il quadro per il 2012 del commercio estero cinese. Posizione condivisa anche dagli esperti, secondo cui i dati avrebbero già proiettato un'ombra sull'economia del Dragone. "Le cifre sul volume degli scambi commerciali rilasciati dall'Agenzia doganale confermano le nostre previsioni che vedono il primo trimestre particolarmente duro" ha dichiarato Zhang Zhiwei, economista alla Nomura di Hong Kong.
Nei prossimi mesi, dunque, la situazione si farà ancora più grave mettendo in serie difficoltà gli esportatori già stremati da un'inflazione galoppante che a novembre si è attestata al +4,2 (questo articolo) . "La combinazione dei due fattori (aumento del costo della vita e diminuzione della domanda globale) segnerà il rallentamento dell'export per tutto il 2012" ha spiegato qualche settimana fa Wang Shouwen, direttore del dipartimento degli scambi con l'estero del ministero del Commercio. Concordi anche gli analisti dell'Accademia cinese di Scienze Sociali (CASS) che prevedono per il 2012 la prima frenata dell'economia da più di una decennio. Secondo il CASS, quest'anno il Pil passerà dal +9,2% del 2011 al + 8,9%, mentre l'Indice del prezzi al consumo scenderà al 4,6%, in calo quindi rispetto al 5,5 di quest'anno, ma ancora al di sopra della soglia di 'sicurezza' del 4% decisa da Pechino.
In aumento al di là di ogni previsione il surplus commerciale, che a dicembre si è attestato a +16,5 miliardi contro i 14,53 di novembre e gli 8,78 attesi dagli esperti. Nel totale, il disavanzo commerciale nel 2011 ha raggiunto i 155 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 183 miliardi del 2010. Tuttavia, secondo IHS Global Insight, società di analisi economica, il surplus cinese è il più basso degli ultimi 3 anni; elemento, questo, che potrebbe essere usato dal Dragone per respingere le pressioni degli Stati Uniti per un'accelerazione dell'apprezzamento dello yuan. Tema cardine nell'agenda del Segretario del Tesoro americano Timothy Geithner in visita a Pechino in questi giorni. Da tempo infatti Washington accusa la Cina di ottenere vantaggi economici sleali negli scambi con l'estero tanto attraverso la manipolazione artificiale della sua moneta quanto con politiche protezioniste che bloccano l'accesso dei beni stranieri e pratiche di dumping sui prodotti esportati. "La Cina non è deliberatamente alla ricerca del surplus commerciale" ha fatto sapere Hu Jintao in occasione del decimo anniversario dell'ingresso di Pechino nel WTO. Parole, quelle del presidente cinese, che suonano come una risposta alle continue critiche mosse da parte della comunità internazionale (questo articolo)
Di Sonia Montrella
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