IMPAZZA LA 'LINSANITY': E PECHINO?

di Gabriele Tola
Pechino, 21 feb. - Jeremy Shu-How Lin è sceso sui parquet del basket e nel mondo dell'Nba è scoppiata la 'Linsanity'. Già per un altro grande del basket Nba, Vince Carter, era stato coniato un termine simile: il gioco è sull'accostamento tra il cognome, Lin, e la parola inglese "insanity", follia, pazzia. Sì, perché la storia di Lin è incredibile. Il ragazzo statunitense, la cui famiglia paterna viene da Changhua, a Taiwan, mentre la nonna materna è originaria di Pinghu, nel Zhejiang, dopo una stagione piuttosto anonima ai Golden State Warriors, franchigia dell'elite del basket a stelle e strisce, è passato alla squadra della grande mela, per dare una mano nel suo ruolo a Mike Bibby e l'altra stella Nba, l'infortunato Baron Davis. Praticamente, prospettive di giocare ridotte al minimo. Quando il suo coach, Mike D'Antoni, lo ha messo in campo contro i New Jersey Nets il 4 febbraio, non si aspettava che il suo playmaker panchinaro andasse a risolvere i problemi della squadra, piena di stelle ma che nel corso della stagione ha incontrato svariati problemi e con un record di partite vinte/perse negativo. Eppure Lin, ha risposto con una partita da 25 punti, conditi da svariati assist. E fin qui, niente di strano - sembrerebbe. A volte capita che un giocatore in una partita compia un exploit per poi non dare continuità alle sue prestazioni. Niente di più sbagliato. Al match successivo, contro gli Utah Jazz, Lin mette a referto 28 punti, per superare nuovamente quota 20 contro la sua ex squadra e arrivare al career-high, 38 punti, contro una franchigia che di Nba se ne intende, i Los Angeles Lakers, e il tiro vincente alla sirena contro i Toronto Raptors. Altre prestazioni stellari per Jeremy, che ha trascinato i suoi compagni a 7 vittorie consecutive: Lin è il fenomeno del momento in Nba e il sito ufficiale del basket professionistico ultimamente punta spesso i riflettori sul giocatore.
E ovviamente è scoppiata la mania anche nella Cina continentale. A seguirlo su Weibo, il celebre sito di microblogging del Dragone, più di un milione di persone. Eppure, sul lato dei media ufficiali, tutto sembra tacere, o quasi. Come riporta il Financial Times, impazza online la domanda dei tifosi di basket cinesi: come mai? Alcuni insinuano che il motivo sia l'origine taiwanese che rivendicano molti dei suoi fan. Secondo il giornale del Regno Unito, parte della poca attenzione prestata all'enfant prodige potrebbe essere il fatto che, rispetto a Yao Ming - il gigante ritiratosi dall'attività sportiva per vari infortuni - l'immagine di Lin è meno facilmente "utilizzabile" per la propaganda di Pechino. Da considerare, infatti, anche un altro importante fattore: l'asso nascente dell'Nba è un fervente cristiano, e non esita a dimostrarlo nelle dichiarazioni che rilascia a fine gara. Diversa la situazione invece nell'isola di Taiwan, dove le gesta di Lin hanno ricevuto un'ampia attenzione mediatica, con tanto di prime pagine sui quotidiani locali, l'appellativo di "Orgoglio di Taiwan" e una forte sottolineatura della sua eredità isolana.
In ogni caso, che i media di Pechino sembrino quasi ignorarlo, o che Taiwan ne faccia il suo eroe, Jeremy sembra pensare a solamente una cosa: centrare la retina del canestro. E ci riesce benissimo.
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