Pechino, 8 set.- A cinque mesi dalle misure varate dal governo cinese per raffreddare un mercato immobiliare in pieno surriscaldamento i risultati stentano ancora a vedersi: i dati di agosto mostrano un ulteriore incremento del volume d'affari nelle città di Pechino, Shanghai, Canton e Shenzhen e nuovi rincari dei prezzi. A Shanghai, secondo
E se il nord piange, il sud non ride; le statistiche della China Index Academy mostrano che ad agosto a Shenzhen il volume d'affari è cresciuto dell'84% e i prezzi sono lievitati del 7%, mentre a Canton le transazioni crescono del 60%, l'aumento più consistente dal mese di aprile. Oggi parecchi media cinesi riportano numerose indiscrezioni di fonti collegate alla China Banking Regulatory Commission secondo le quali l'authority bancaria di Pechino sarebbe sul punto di imporre un nuovo giro di vite agli istituti di credito: il quotidiano Shanghai Securities News e l'autorevole settimanale Caixin riferiscono che il governo potrebbe presto ordinare alle banche di trattenere come riserva obbligatoria il 2.5% dei prestiti erogati. Gli istituti bancari devono già mantenere come riserva il 150% dei crediti in sofferenza e Caixin non chiarisce se il nuovo requisito sarà addizionale o alternativo a quelli già imposti finora, ma riporta le dichiarazioni di un alto funzionario CBRC che preferisce mantenere l'anonimato: "La proposta è ancora oggetto di discussioni interne ma, una volta approvata, avrà un impatto limitato sulle banche più grandi, ed eserciterà invece un'ulteriore pressione sugli istituti minori".
Le grandi banche, in effetti, sono già pressappoco in linea con i requisiti che
Chaoyang, il principale distretto di Pechino, è stato finora l'unico nel paese a pubblicare un dossier simile, secondo il quale il totale di unità abitative completamente vuote su tutto il territorio si aggirerebbe intorno a 1.33 milioni di metri quadri. Secondo Andy Xie, analista finanziario indipendente fondatore di Rosetta Stone Advisors, la speculazione nel settore edilizio in Cina avrebbe già abbondantemente superato i livelli di guardia: le unità abitative inutilizzate su tutto il territorio nazionale si aggirerebbe intorno al 25%-30% del totale, circa il doppio di quanto viene considerato il livello normale in un mercato sano. E intanto diverse banche commerciali di Shanghai riferiscono come tra ampie fasce di cittadini si stia facendo sempre più strada l'abitudine di utilizzare le proprietà già possedute come collaterale per ottenere i prestiti necessari all'acquisto di una terza casa: la temperatura della febbre immobiliare, in Cina, non accenna a diminuire.
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