IL WEB INSORGE CONTRO IL NUOVO CAPO DELLA CCTV

IL WEB INSORGE CONTRO  IL NUOVO CAPO DELLA CCTV

Pechino, 5 dic.- Il popolo del web  si scaglia contro il nuovo direttore della tv di stato CCTV e dice basta alla propaganda. A quasi dieci giorni dalla sua nomina, Hu Zhanfan è finito al centro di una tempesta mediatica per alcune dichiarazioni rilasciate all'inizio dell'anno in cui definiva  i giornalisti "lavoratori per la propaganda". "Quei giornalisti che si considerano professionisti anziché addetti alla propaganda commettono un grave errore circa la loro identità" dichiarò Hu lo scorso gennaio nel corso di una conferenza sulle notizie false organizzata dall'Associazione nazionale cinese dei media. "Coloro che lavorano nel settore dell'informazione dovrebbero avere una più chiara percezione di quella che è la loro responsabilità sociale e l'etica professionale ed essere così buoni  portavoce [del governo]". E ancora: "Quelli che abbandonano questo obiettivo non andranno molto lontano".

 

Riportate dell'agenzia di stampa Xinhua e tuttavia passate allora in sordina, le dichiarazioni dell' ex direttore del Guangming Daily ed ex vice ministro dell'amministrazione statale di Radio, Film e Televisioni,  hanno ora catturato l'attenzione della rete. L'indignazione del popolo del web è esploso in un fitto tam tam che rimbalza da giorni sui social network riaccendendo il dibattito sulla censura dei media e sul controllo dello stato nel settore dell'informazione. "Come studente di comunicazione mi sento davvero scoraggiato. Persone che fanno della semplice pubblicità sono convinti di produrre notizie" scrive un utente che si firma Bao Xiaomo sulla piattaforma  Weibo, cugino cinese di Twitter. "Il discorso di Hu dimostra ancora una volta che l'interesse del Partito comunista verrà sempre prima di quello dei cittadini e del Paese" posta un altro netizen che aggiunge: "Hu Zhanfan lo ha imparato bene e per questo è salito ai vertici della CCTV".

 

C'è poi chi non esita a paragonare Hu Zhanfan al gerarca nazista e ministro della Propaganda del Terzo Reich  Joseph Goebbels con tanto di frase a lui attribuita: "Ripetere una bugia centinaia di volte la fa diventare una verità". E ancora: "Quando finirà l'era dell'informazione in stile Goebbels in Cina?" si chiede un altro utente.

 

Intanto i leader del PCC puntano all'incremento della presenza dei media cinesi all'estero. Proprio lo scorso mese Pechino ha sollecitato "l'industria della cultura" – di cui fanno parte anche i media – a promuovere l'immagine della Cina all'estero in linea con i principi del soft power cinese. Un "invito" che gli uomini di Zhongnanhai hanno accompagnato con un investimento da 45 miliardi di yuan destinato all'espansione dei mass media. Ed è probabile – sostengono gli osservatori – che la nomina di Hu Zhanfan, l'ultima di una serie di cambi al vertice nelle istituzioni controllate dal PCC, faccia parte dello stesso progetto di espansione condotto dai volti dei nuovi uomini di fiducia.

 

di Sonia Montrella

 

©Riproduzione riservata