Il virus del protezionismo
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Il virus del protezionismo

Il virus del protezionismo

GUERRE COMMERCIALI & CRESCITA
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Anche se si abbatterà su non più di 50mila vetture, è un brutto segnale l'imposizione di dazi da parte di Pechino sulle auto di grossa cilindrata "made in Usa". Un'ulteriore prova delle tensioni commerciali che hanno avvelenato negli ultimi mesi le relazioni tra Washington e Pechino, spaziando dai pannelli solari al pollame. Scintille che rischiano di infiammare l'ala più populista del Congresso americano, sull'onda di calcoli preelettorali ma anche di fondati motivi di delusione per la manifesta indisponibilità della Cina ad apprezzare lo yuan. Quest'ultima mossa del Dragone disturba ancora di più perché arriva alla vigilia dell'Ottava riunione ministeriale della Wto a Ginevra, che sancirà l'incaglio del Doha Round, a quasi dieci anni dall'entrata di Pechino nell'organizzazione e a un giorno dal debutto di Mosca. Di tutto c'è bisogno in questo frangente, con un'Eurozona ammalata e un'economia mondiale di cagionevole salute, fuorché il diffondersi di un ulteriore pericoloso virus, il protezionismo.(E.Br.)

15/12/2011
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