Il rialzo dei tassi cinesi sveglia i listini d'Oriente
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Il rialzo dei tassi cinesi sveglia i listini d'Oriente

Il rialzo dei tassi cinesi sveglia i listini d'Oriente

Analisi tecnica. Effetti positivi per le Borse di Shanghai, Hong Kong e Seul
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Alessandro Chini
Alessandro Magagnoli
Le principali Borse asiatiche - Shanghai, Hong Kong e Seul - hanno accolto con favore la decisione presa dalla Cina di alzare i tassi di interesse.
L'andamento dei grafici delle principali piazze legate alla Cina negli ultimi mesi è stato sostanzialmente laterale, con i prezzi che non hanno avuto la stessa propensione al rialzo ad esempio della Borsa Usa, ai massimi degli ultimi tre anni, ma che non sono stati nemmeno coinvolti in vistose cadute come alcuni listini europei. Il vantaggio di essere inseriti in un trend orizzontale è che risulta più facile individuare le soglie sotto le quali il quadro tecnico si deteriora e altre oltre le quali invece migliora.
Nel caso dell'indice di Shanghai un segnale di decisa ripresa dell'uptrend attivo dai minimi di ottobre 2008 (e interrottosi ad agosto del 2009) verrebbe sopra i 3.030 punti, area di transito della linea tracciata dai massimi dell'estate 2009, con obiettivi in quel caso a 3.500 e 4.100 punti.
La violazione di area 2.550 costituirebbe invece un segnale in senso opposto, capace di attivare ribassi fino a 2.200 almeno.
Lo Shenzhen storicamente è stato caratterizzato da una forza relativa vincente rispetto all'indice di Shanghai, ma negli ultimi sei mesi circa questo rapporto di forza si è alterato. È troppo presto per dire se si tratti di una tendenza destinata a durare o se, come forse più probabile, lo Shenzhen tornerà a sovraperformare il paniere di Shanghai. Per lo Shenzhen in ogni caso sarebbero movimenti sopra gli 800 punti a inviare un primo segnale di risveglio delle velleità di rialzo, che troverebbero poi conferma alla rottura di area 890, dove si collocano i massimi storici dello scorso novembre. Discese sotto 650 sarebbero invece un segnale per alleggerire eventuali posizioni.
Nel caso dell'indice Hang Seng di Hong Kong, che in termini di forza relativa rispetto all'indice di Shanghai è sostanzialmente neutrale da circa un anno, i punti tecnici chiave sembrano essere quello dei 21.000 punti e quello di area 25.000.
Quest'ultimo livello è già stato messo alla prova dai massimi di novembre 2010 e coincide con i 2/3 di ritracciamento del ribasso dal picco dell'ottobre 2007.
La rottura di questa resistenza confermerebbe la ripresa dell'uptrend attivo dai minimi di inizio 2009 con obiettivi in area 30.500, lato superiore del canale che è possibile ipotizzare a partire dall'origine del rialzo.
La violazione di area 21.000 costituirebbe invece un deterioramento del quadro grafico dell'ultimo semestre e potrebbe dare l'avvio a una correzione del rialzo degli ultimi due anni e mezzo circa. Obiettivi in quel caso a 19.000 almeno, ma rischio concreto di discese fino a 16.000 prima che il mercato possa tentare una nuova inversione rialzista.
La Borsa di Seul, a differenza di quelle cinesi, non ha abbandonato invece negli ultimi mesi il suo trend di crescita, avviatosi dai minimi di fine 2008 a quota 892, tanto che l'indice Kospi ha toccato un nuovo massimo storico ad aprile a quota 2.231.
I prezzi nel corso delle ultime correzioni degne di nota, a marzo e giugno, sono scesi a testare la media mobile a 200 giorni per poi rimbalzare con forza.
La media mobile passa ora a 2.025 punti circa, supporto da controllare con attenzione per ricavarne in caso di violazione i primi segnali di debolezza. La rottura di 2.231 fornirebbe al contrario un nuovo segnale di forza che proietterebbe l'indice verso 2.500, lato superiore del canale che sale dai minimi del 2009. Area 2.500 può quindi rappresentare un obiettivo intermedio di una fase rialzista che, nel lungo termine, potrebbe raggiungere obiettivi ben superiori.
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Forex
Il rafforzamento dell'euro
Il forte apprezzamento fatto registrare dall'euro nei confronti del dollaro giovedì scorso è da imputare all'accordo sul nuovo piano di salvataggio per la Grecia. Il secondo pacchetto di aiuti ammonterà a 109 miliardi di euro. I leader europei hanno, inoltre, deciso di prolungare la scadenza dei prossimi prestiti dell'Efsf alla Grecia dall'attuale massima scadenza di 7,5 anni fino a un minimo di 15 anni e a un massimo di 30 con un periodo di dilazione di dieci anni (tasso di interesse al 3,5%). Anche il settore finanziario ha confermato il supporto alla Grecia su base volontaria con un contributo netto stimato in circa 37 miliardi di euro. Il grafico del cambio ha dunque subito una nuova impennata dopo che i prezzi erano scesi a testare in area 1,4150 la linea di tendenza che ne sta guidando il recupero dai bottom della scorsa settimana. Per garantire continuità a detto movimento l'euro dovrà però compiere un ulteriore sforzo, lasciandosi alle spalle sia la trendline che scende dai top annuali di maggio, attualmente a 1,4450, sia il picco di inizio mese a 1,4580. Tali circostanze permetterebbero di rivitalizzare il trend positivo dell'ultimo anno proiettando obiettivi sui massimi in area 1,4950, con target intermedio a 1,47 circa, top di giugno. Flessioni nel breve fino a 1,4220 resterebbero compatibili con lo scenario rialzista proposto. Sotto tale livello, invece, il rialzo perderebbe parte della propria forza introducendo il test del supporto a 1,4130, riferimento strategico nel breve medio periodo, la cui violazione rischierebbe di avvicinare nuovamente i corsi alla linea di tendenza in forza dai bottom dello scorso anno, sostegno dinamico ora a 1,3850 circa.

25/07/2011
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