"La Cina continuerà a mantenere una politica monetaria moderatamente espansiva, e adotterà misure finanziarie più dinamiche": lo ha detto il premier cinese Wen Jiabao nel corso di una visita alla provincia dello Hebei, nel nord del paese. "Questo è un momento chiave per l'economia cinese,- ha continuato il primo ministro- abbiamo bisogno di realizzare completamente il piano straordinario di stimolo, concentrarci sulle riforme strutturali dell'economia e, allo stesso tempo, mantenere la stabilità e una crescita relativamente veloce". Il governo cinese ha varato un piano da 4mila miliardi di yuan (circa 420 miliardi di euro) di stimoli straordinari all'economia nello scorso novembre e sta adottando diverse misure per rendere il paese meno dipendente dalle esportazioni. Contemporaneamente la Banca Centrale, su impulso dell'esecutivo, ha fissato i tassi d'interesse più bassi degli ultimi quattro anni e ha allentato le restrizioni nell'erogazione dei prestiti, causando un'esplosione del credito. Secondo i dati ufficiali, solo nel primo trimestre dell'anno le banche cinesi hanno aperto linee di credito per 4058 miliardi di yuan (circa 430 miliardi di euro); ma a causare perplessità tra gli analisti indipendenti è il timore che le banche- per obbedire alle direttive dall'alto- potrebbero non esercitare controlli adeguati sulle garanzie dei creditori, trovandosi così a breve a dover fronteggiare un notevole incremento dei prestiti non retributivi. Parte del credito erogato, inoltre, potrebbe essere impiegato in depositi bancari per ottenere interessi o nei mercati azionari e immobiliari: una mossa che manterrebbe questo fiume di prestiti ben lontano dall'economia reale. "Wen sta cercando di mantenere alta la fiducia, pur riconoscendo i rischi –ha commentato David Cohen, analista responsabile delle previsioni di Action Economics di Singapore al quotidiano taiwanese China Post- ma a mio avviso la domanda mondiale risalirà, donando nuovo ossigeno al settore manifatturiero cinese, e quindi a tutta l'economia del Dragone".