di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 23 set. - E' Jack Ma l'uomo più ricco di Cina. La clamorosa Ipo di Alibaba ha portato il fondatore di Alibaba al vertice dell'ultima classifica di Hurun, con un patrimonio personale di 25 miliardi di dollari. Ma scalza dalla vetta Wang Jianlin, proprietario del Wanda Group, colosso dell'immobiliare cinese, e della catena di sale cinematografiche statunitense AMC, con una fortuna stimata in 24,2 miliardi di dollari. La classifica aggiornata di Hurun rivela anche un'altro aspetto chiave dei nuovi ricchi cinesi: cinque dei primi dieci posti appartengono al mondo delle internet companies e dell'Information Technology. Dopo il fondatore di Alibaba, compare al quinto posto un altro guru di internet, Pony Ma di Tencent, l'operatore di WeChat, la risposta cinese a WhatsApp, a quota 18,1 miliardi di dollari.
Un gradino più in basso siede Robin Li, CEO di Baidu, il più popolare motore di ricerca utilizzato in Cina. Al nono e al decimo posto altri due grandi nomi, quelli di Richard Liu, a capo di JD.com, diretta concorrente di Alibaba, e quello di Lei Jun, fondatore di Xiaomi, una delle prime aziende a produrre smartphone low-cost. Le altre cinque posizioni della classifica di Hurun sono invece riservate a imprenditori "vecchio stampo". Al terzo posto, a pari merito, si trovano il re delle bibite, Zong Qinghou, patron di Wahaha, e un nuovo arrivato, Li Hejun, miliardario delle rinnovabili, con un impero nel settore del fotovoltaico. Ironia della sorte, anche lui aveva iniziato la sua fortuna nel settore dell'high-tech, vendendo attrezzature per telefonia mobile nel Guangdong, negli anni Novanta. Chiudono la classifica la famiglia Yan, proprietaria di China Pacific Construction e Yan Bin, altro imprenditore del real estate, a capo del gruppo Reignwood.
L'Ipo di Alibaba ha segnato l'inizio di una nuova era per le internet companies cinesi, scriveva ieri il Global Times, uno dei più noti e consultati giornali cinesi, in cui i giganti cinesi possono competere sullo stesso piano con le rivali americane. Ma i gruppi del Dragone stanno già guardando oltre. La capitalizzazione di Alibaba è più alta di quella di EBay e Amazon messe insieme, e "l'alligatore dello Yangtze" - come Jack Ma stesso definiva non molto tempo fa il suo gruppo - è pronto per competere con gli "squali dell'oceano" made in Usa. Non sono solo i valori di Borsa a spingere la competizione tra le internet companies delle due sponde del Pacifico. Le dot com cinesi sono cresciute rapidamente, grazie all'aumento rapidissimo degli utenti di internet in Cina, che oggi sono 632 milioni, più del doppio degli americani, secondo le ultime stime ufficiali di giugno scorso.
Da una parte Alibaba, Tencent e Baidu. Dall'altra, Google, Facebook e Amazon. Sei gruppi equamente divisi tra Cina e Stati Uniti, con assetti societari speculari, che si contendono il primato mondiale nel settore dell'IT. La competizione è sentita e gli investimenti strategici sono in aumento. Uno degli esempi più recenti riguarda Baidu, il motore di ricerca più utilizzato in Cina, che a maggio scorso ha annunciato l'apertura di un nuovo R&D Center nel luogo simbolo della rivoluzione di internet, la Silicon Valley. A capo del nuovo centro di ricerca ci ha messo uno degli uomini chiave nel campo degli studi e delle sperimentazioni sull'Intelligenza Artificiale, Andrew Ng, sottraendolo proprio alla rivale Google. Sempre Baidu si è poi resa protagonista di un altro "furto", questa volta ai danni di MIcrosoft: poche settimane fa, è passato alle direte dipendenze di Robin Li Zhang Yaqin, dal 2007 direttore del dipartimento per la Ricerca e lo Sviluppo del quadrante Asia-Pacifico del gruppo di Bill Gates. Il suo compito sarà quello di rispondere con soluzioni tecnologiche all'avanguardia all'avanzata di Alibaba e TenCent.
Neanche il Great Firewall della censura cinese sembra fermare l'avanzata dei gruppi Del Dragone. Il suo impatto sui gruppi di internet è limitato, secondo quanto dichiarava solo alcune settimane fa Kaiser Kuo, direttore della Comunicazione Internazionale di Baidu e guru di internet in Cina. "La gente tende a rimanere all'interno dei siti internet del proprio Paese o che condividano le proprie caratteristiche - dichiarava Kaiser Kuo durante un incontro organizzato dall'associazione degli Alumni Bocconi - Abbiamo questa idea che internet abbia eliminato tutte le barriere nazionali, ma non è quello che realmente è successo". E la concorrenza tra i gruppi di internet del Dragone è molto più sentita, in Cina, di quella con i giganti americani.
L'ultimo esempio di questa tendenza lo danno proprio TenCent e Baidu, che recentemente hanno deciso di buttarsi nell'estremamente redditizio settore dell'e-commerce con una joint-venture costituita assieme al gruppo immobiliare Wanda, del secondo classificato nella Hurun List, Wang Jianlin. Le ambizioni della nuova partnership, annunciata a fine agosto, sono altissime. "Vogliamo creare un nuovo modello di consumi. Facciamo e-commerce, ma non per vendere prodotti, per vendere servizi" aveva dichiarato il patron di Wanda, che detiene una quota del 70% nella partnership con le due internet companies cinesi. La principale rivale della joint venture è la stessa Alibaba: il terreno di scontro sono le transazioni finanziarie tramite smartphone, in cui Baidu, Tencent e la stessa Wanda vogliono inserirsi, e dove Alibaba è già presente. I ricavi in questo settore sono pari, oggi, a circa un terzo del fatturato del gruppo di Jack Ma. La guerra tra le internet companies - cinesi e non - è appena cominciata.
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