Il muro padano anti-Pechino
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Il muro padano anti-Pechino

Il muro padano anti-Pechino

FRONDA LEGHISTA
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«Ma come, abbiamo creato quel fondo di sviluppo per tutelare l'italianità delle aziende contro i libici che avanzavano in Unicredit e contro i francesi di Lactalis in Parmalat e ora apriamo le porte ai cinesi? Ma scherziamo? Proprio a loro no. Almeno i francesi appartengono a un Paese liberale e democratico». Lo sfogo di Maurizio Fugatti, capogruppo leghista alla commissione Finanze, fatto in nome e per conto del suo partito, non è solo per onorare vecchie posizioni anti-Pechino come le battaglie sui dazi europei contro il "made in China". Una campagna in cui furono spalleggiati anche da Tremonti. Ma ieri, dopo la conferma dell'incontro con la China Investment Corp, l'amico Giulio è diventato un po' bersaglio. E così è uscita subito una dichiarazione gelida di Fugatti in cui chiedeva chiarimenti anche in merito ad acquisti di titoli di Stato. Chiarimento arrivato ma non è bastato. «Prendiamo atto che l'incontro è stato su investimenti in aziende italiane ma prima bisogna chiedere il via libera a noi». E per ora la Lega fa "muraglia". (Li.P)

14/09/2011
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