Il mondo nel 2050? Più adulti in Usa che in Cina
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Il mondo nel 2050? Più adulti in Usa che in Cina

Il mondo nel 2050? Più adulti in Usa che in Cina

Trend demografici
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Giuseppe Latour
«L'uomo della strada oggi ha in mente l'immagine di un occidente destinato a estinguersi, ma non sa che entro il 2050 la popolazione in età da lavoro degli Usa supererà quella cinese». Gianni Riotta, direttore del Sole 24 Ore, sceglie questo semplice esempio per spiegare in che modo la demografia dei prossimi quattro decenni cambierà il volto del pianeta. E per porre una spiazzante domanda: «Come saremo nel 2050?».
Parte da questo spunto il laboratorio di "Benvenuti nel Capodanno 2050". Una due giorni dal taglio internazionale, sostenuta dalla Nardini di Bassano del Grappa, che il 10 e l'11 novembre prossimi vedrà, proprio nel comune in provincia di Vicenza, studiosi di tutto il globo interrogarsi sui trend demografici del pianeta e sui loro effetti sociali e politici.
Il quesito principe sarà spezzato in un lungo elenco di domande. E sarà proiettato sui diversi scenari dello scacchiere internazionale. In Asia, dove nel 2050 il numero delle donne sarà superiore a quello degli uomini, e in Europa, che sarà sempre più afflitta dalla piaga dell'invecchiamento della popolazione. Riotta, che è anche direttore scientifico del comitato fondativo dell'iniziativa, elenca alcune delle domande più urgenti per il Vecchio continente e, quindi, per l'Italia: «Come cambierà la nostra società? Che servizi dovremo erogare nel 2050? Quale sarà il ruolo dei giovani?».
A sostenerlo nell'analisi - che avrà come teatro le "Bolle" di Fuksas nella sede di Nardini -, un nutrito gruppo di esperti: da Mosès Naìm, direttore della rivista Foreign Policy, a Bill Emmott, ex direttore dell'Economist, dal genetista Luigi Cavalli Sforza allo storico Miguel Gotor, dal presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, all'architetto Stefano Boeri.
Il loro approccio non sarà accademico, non saranno semplicemente chiamati a contribuire ai lavori con una relazione. Ma dovranno dialogare con un gruppo di 150 giovani. Come spiega Alberto Bovo, presidente di Hangar design group e membro del comitato fondativo: «Il convegno non sarà aperto a tutti. Abbiamo scelto di rivolgerci a un target ristretto. Tra gli invitati avremo un gruppo di quelli che potrebbero essere i premi Nobel del futuro: 150 nomi che rappresentano le eccellenze dello studio e della ricerca in Italia e all'estero». La selezione è già iniziata e sarà condotta da rettori di università italiane e straniere. A queste giovani menti, il difficile compito di sfidare gli esperti sullo scivoloso terreno dei nuovi equilibri del pianeta.
Il percorso di "Benvenuti nel Capodanno 2050" non terminerà il prossimo novembre. Andrà ancora avanti per dare vita, tra un anno, alla nascita di una fondazione che avrà il compito di alimentare il dibattito sul tema della crescita sostenibile. Anche la fondazione, come il convegno, sarà promossa dalla Bortolo Nardini di Bassano del Grappa, storica produttrice di grappe e distillati.
«Sarà un modo – dice ancora Riotta – per raccontare il nordest in una dimensione alla quale i giornali solitamente non lo associano: quella della cultura e dell'impegno». E delle nuove sfide del mercato. «La globalizzazione - dice Antonio Nardini, alla guida del gruppo insieme a Giuseppe, Cristina, Angelo e Leonardo Nardini - ha prodotto cambiamenti nel business che vogliamo comprendere». Dai prossimi appuntamenti di studio e di riflessione arriverà una prima risposta.
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Come saremo nel 2050?
È la domanda alla quale cercherà di rispondere il convegno "Benvenuti al Capodanno 2050", organizzato il 10 e l'11 novembre prossimi presso le "Bolle" Nardini di Fuksas a Bassano del Grappa, in provincia di Vicenza.
L'analisi partirà dagli aspetti demografici ma si allargherà anche a quelli sociali, economici e politici. Alla due giorni parteciperanno come relatori, tra gli altri, Gianni Riotta, direttore del Sole 24 Ore, Moisés Naím, direttore della rivista Foreign Policy, e Bill Emmott, giornalista indipendente ed ex direttore dell'Economist.

22/07/2010
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