Il made in China impara il francese
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Il made in China impara il francese

Il made in China impara il francese

Avamposto. A Chateauroux (regione Centro) logistica, ricerca e assemblaggio per almeno 30 aziende dell'ex Celeste Impero
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Leonardo Martinelli
PARIGI
Il «made in China» solo e soltanto nemico dell'occupazione in Europa? A Chateauroux, tranquilla città francese, la pensano diversamente. Già importante base della Nato, con una forte presenza di soldati americani, questo agglomerato di 74mila persone della regione Centro si sta trasformando nell'avamposto europeo dell'industria manifatturiera cinese. «Fra pochi giorni partirà una delegazione a Pechino per la selezione delle prime aziende», ricorda Gil Averous, direttore del gabinetto del sindaco della città, Jean-François Mayet.
Chateauroux business district (o più semplicemente Cbd) si chiama il progetto, in fase di gestazione già da qualche anno. La spinta è venuta dall'acquisizione dell'aeroporto, un tempo utilizzato dai militari, da parte della regione Centro nel 2007. Ora restano in loco circa 1.100 soldati francesi, che lasceranno la caserma di Martinerie alla fine del 2011. Questi locali si trasformeranno in alloggi per i dirigenti cinesi (previsti 800), che saranno dislocati dal Paese asiatico qui nel cuore dimenticato della Francia. Una sorta di Chinatown, con stabilimenti che verranno costruiti su un'area di oltre 500 ettari, la «zona di cooperazione economica », come la chiamano da queste parti.
Dopo lunghe (alla cinese) trattative, si era arrivati nel giugno 2009 alla firma di un protocollo d'intesa che prevede la creazione di 4mila posti di lavoro, 80% dei quali, il grosso degli operai e dei tecnici, dovranno essere riservati alla manodopera locale. Ma che tipo di aziende? «Soprattutto hi-tech», ricorda Averous, che ha seguito da vicino il dossier. Si parla di società attive nella telefonia, nell'elettronica, nell'informatica. A Chateauroux creeranno basi di logistica, di ricerca e sviluppo, ma pure unità produttive, probabilmente di assemblaggio di componenti fatti in Cina (e con la possibilità, pero', di stampigliare un bel «made in Europe» sui beni fabbricati). Secondo Averous, comunque, «questi progetti relativi all'assemblaggio non rappresenteranno la maggioranza». Ci si chiede, infatti, come i costi produttivi francesi, fra i più alti d'Europa, potrebbero competere con quelli cinesi, a parte per beni ad alto valore aggiunto e per i quali l'incidenza dei costi di trasporto sia davvero forte. Insomma, anche qui dovremmo essere sulla scia dell'investimento da poco deciso da Huawei, colosso delle telecomunicazioni, per un centro di ricerca nella regione parigina.
Il progetto Cbd, che in pochi anni coinvolgerà fra 30 e 50 aziende cinesi, ha anche sollevato qualche perplessità in una città che nel passato fu uno dei poli produttivi più importanti in Francia per la confezione e in particolare per le camicie. Attività tramontata a causa della feroce concorrenza asiatica. «Ma quell'industria – aggiunge Averous – è praticamente scomparsa da una decina d'anni. Gli ultimi due anni e mezzo sono stati difficili a Chateauroux per l'occupazione: sono stati bruciati oltre 2mila posti di lavoro. Il tasso di disoccupazione è salito dal 5,6% della fine del 2007 all'8,7% attuale. La popolazione locale si aspetta molto dal nuovo progetto cinese». Che, in effetti, vede la partecipazione di tutte le autorità, senza distinzioni politiche. In primis il comune (il sindaco Mayet è dell'Ump, il partito di Nicolas Sarkozy) e la regione Centro, nelle mani dei socialisti. Anche se Marie-Madeleine Mialot, vicepresidente della regione, ha specificato: «Saremo attenti nella selezione delle imprese. Non devono essere concorrenti dirette di imprese della nostra zona». Per Mayet, primo referente della Federazione nazionale dell'industria leggera, il partner del Cbd a Pechino, «i cinesi hanno capito che il commercio non puo' avvenire a senso unico. Ma che una parte degli utili realizzati grazie all'esportazione deve essere investita nei Paesi clienti».
martinel85@hotmail.com
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30-50
Aziende cinesi
Il progetto Chateauroux Business District coinvolgerà tra 30 e 50 aziende cinesi
4.000
Posti di lavoro
Il protocollo di intesa tra la regione Centre e i cinesi prevede la creazione di 4mila posti di lavoro, l'80% dei quali riservati alla manodopera locale
800
Dirigenti cinesi
Saranno dislocati a Chateauroux

08/06/2010
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