Avanza il processo di disgelo tra Repubblica Popolare Cinese e Taiwan, considerata da Pechino come una "provincia ribelle" da quando, nel 1949, divenne il rifugio dei nazionalisti di Chiang-Kai-Shek sconfitti nella guerra civile dall'Esercito di Liberazione Popolare di Mao- Tse Tung. La Borsa di Taipei (capitale di Taiwan) e quella di Shanghai, dopo mesi di negoziati, firmeranno tra la fine di aprile e i primi di maggio un memorandum di cooperazione per stringere i legami tra le due piazze d'affari. Secondo quanto dichiarato dal presidente della Borsa di Taipei Schive Chi al quotidiano taiwanese China Times, obiettivo dell'accordo è la creazione di un listino congiunto sul quale quotare tra le 30 e le 50 compagnie provenienti da entrambe le borse in un'unica piattaforma comune per la Repubblica Popolare Cinese, Taiwan e la Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong."Un mercato dei capitali ben sviluppato porterà benefici su entrambi i lati dello Stretto" ha detto Shive Chi. Cina e Taiwan si incontreranno il 26 aprile prossimo a Nanchino per promuovere altre iniziative per il riavvicinamento. Da quando alla presidenza di Taiwan è stato eletto Ma Ying-jeou, i legami tra le due sponde si sono intensificati, con accordi che comprendono voli passeggeri diretti e servizi postali. Dall'apertura della sua economia la Repubblica Popolare Cinese è una méta privilegiata per gli investimenti dei taiwanesi, che però nel mese di marzo risultano diminuiti del 67.3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, scendendo così a quota 272.4 milioni di dollari (circa 210 milioni di euro). Secondo le stime del ministero dell'Economia di Taiwan tra il 1991 e il 2008 i taiwanesi avrebbero investito circa 76 miliardi di dollari (quasi 59 miliardi di euro) nella Repubblica Popolare Cinese, ma si tratta di una stima estremamente prudente: investimenti di gran lunga maggiori sarebbero arrivati in Cina da Taiwan passando attraverso altre rotte.