Il 900 cinese si scambia solo in asta
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Il 900 cinese si scambia solo in asta

Il 900 cinese si scambia solo in asta

Mercato. L'arte dei grandi pittori ha trovato compratori solo alla fine degli anni '80
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Andare a cercarla in galleria è inutile. Il mercato della pittura cinese moderna, fiorita al tempo di Mao Tse-tung (1893-1976), si svolge solo all'asta, per lo più in Cina e Hong Kong. «Il sistema delle gallerie cinesi è giovane, si è formato negli ultimi cinque-sei anni» spiega ad ArtEconomy24 Primo Marella, gallerista milanese esperto di arte cinese. «Quando sono nate le gallerie, in genere seguendo i giovani emergenti, – prosegue Marella – i grandi nomi di fine '800 e primo '900 erano già scomparsi dal mercato senza aver mai avuto, in vita, esposizioni significative o rappresentanze in galleria». Ecco il motivo dell'anomalia degli scambi del segmento moderno cinese, che ora sta crescendo a ritmi incredibilmente sostenuti. «La Cina sta rivalutando questo periodo della sua storia artistica – continua Marella – e questi artisti trovano grande consenso in asta. Le vere gallerie dei maestri cinesi moderni sono proprio le case d'asta». La conferma viene dalla galleria China 2000 Fine Art (New York-Pechino), che tratta arte cinese dal 1980: «Quando abbiamo aperto, 30 anni fa, abbiamo acquistato opere dei moderni cinesi in Cina e Hong Kong e poi venduti e ora sono in mano privata o nei musei. Noi cerchiamo di ricomprarle dai collezionisti e le rivendiamo in Cina. Oggi valgono 10 volte di più. Ad esempio un dipinto di Huang Binhong, che negli anni '80 vendevamo per 10mila dollari, ora ne vale 200mila».
Il primo periodo d'oro per la pittura cinese moderna esplode tra il 1987 e il 1991, mentre il boom economico del Sudest asiatico, e soprattutto l'emergere dei collezionisti taiwanesi, innescano lo sviluppo di questo mercato. Dopo il 1991 si registra un periodo di aggiustamento e consolidamento, senza sviluppi importanti, nonostante pezzi eccezionali continuino a fare sensazione. Ma è dal 1999, quando appaiono i primi compratori dalla Cina, che i collezionisti iniziano a dare particolare importanza alla provenienza degli esemplari di pittura cinese moderna offerti in asta, mentre fanno la loro comparsa sul mercato alcune collezioni eccezionali.
La crescita del comparto è evidente se si osserva la lista degli artisti più venduti al mondo nel 2010 di Artprice: Qi Baishi, in classifica dal 2009, è salito al secondo posto con un totale venduto all'asta a livello globale di 339,2 milioni di dollari, piazzandosi dopo Picasso (361,5 milioni) e soppiantando Warhol (313,5 milioni). L'accostamento dei nomi di Picasso e Qi Baishi richiama un celebre episodio sull'incontro tra il maestro spagnolo e Zhang Daqian, in visita a Parigi. Secondo l'artista cinese Picasso avrebbe detto che non andava in Asia per paura di incontrare Qi Baishi, considerato il «Picasso cinese». Il suo mercato non è stato toccato dalla crisi, anzi il suo totale venduto è aumentato in un anno del 250%. Artista molto prolifico (nel 1953 ha prodotto più di 600 dipinti), registra una forte crescita di domanda per il suo lavoro a partire dal 2009 quando, a novembre, segna il record di 12,4 milioni di $ da Poly International, risultato che impallidisce rispetto al suo record attuale: 65,5 milioni di dollari, battuto da China Guardian il 22 maggio scorso. Oltre a lui sono entrati nella top ten internazionale altri tre cinesi moderni, i cui nomi vanno ad accostarsi a quelli dei grandi del '900 occidentale: Zhang Daqian, quarto davanti a Giacometti con 304,3 milioni di dollari, Xu Beihong, sesto davanti a Matisse con 176,2 milioni e Fu Baoshi, nono tra Modigliani e Lichtenstein con 125,2 milioni. Questi dati dimostrano una forte volontà da parte dei collezionisti cinesi di celebrare il proprio passato artistico nazionale e un'ansia diffusa di investire in arte. Trend cavalcato già in aprile dai fondi cinesi lanciati da Bonwin, Bohai Bank e Zhongrong International Trust Co Ltd.
Gli analisti concordano nell'affermare che questo comparto sta diventando sempre più forte. La scorsa asta primaverile di pittura cinese moderna di Christie's Hon Kong ha registrato una crescita di più del 60% rispetto all'autunno 2010, con un totale di 123 milioni di $. Indicativa anche l'ampia porzione di lotti venduti al di sopra della stima più alta: il 93% dei 332 lotti, con 15 opere aggiudicate sopra i 10 milioni di HK$ (circa 1,3 milioni di $). La crescita si riflette nella politica espansionistica delle case d'asta cinesi: Poly Int. ha annunciato la quotazione in borsa nel 2012 a Shanghai e si parla di una sede a New York, mentre China Guardian punta su Londra. E l'area è talmente appetibile che anche lo svizzero Mch Group, azionista di Art Basel e Art Basel Miami Beach, ha acquisito a giugno la fiera ArtHK. Se si pensa che la Cina è seconda solo agli Stati Uniti per numero di miliardari e tale numero è destinato a crescere del 20% entro il 2014 (secondo dati Artprice), è lecito attendersi un ulteriore incremento delle quotazioni dei maestri cinesi. Appuntamento in asta, quindi, il 13 settembre a New York da Christie's con «Fine Classical Chinese Paintings» dove saranno offerte tre opere di Qi Baishi (stime tra 20mila e 40mila $) e due ventagli di Zhang Daqian e Huang Binhong (entrambi 15-20mila $). Per le opere più rilevanti bisogna andare a Pechino dove China Guardian propone dal 17 al 20 settembre ben 21 sessioni con opere di Qi Baishi, Li Keran, Xu Beihong e Zhang Daqian, le stime arrivano fino a 800mila $ per «Eagle and Rock» di Pan Tianshou. Poly Int., invece, dà appuntamento a fine ottobre.
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03/09/2011
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