Roma, 21 apr.- Mentre una grossa fetta d'imprenditori e uomini d'affari approda in Cina, circa il 50% dei ricchi cinesi vuole lasciare il Paese. A rivelarlo è un rapporto stilato dalla società di consulenza Bain & Company. Che sia solo per un periodo di tempo limitato o in modo permanente, dal sondaggio effettuato dalla compagnia Bain su un campione di 2600 High Net Worth Individual (HNWI) - persone con elevato patrimonio netto - è emerso che "circa il 10% degli uomini più facoltosi della Cina ha già fatto i bagagli e lasciato l'Impero di Mezzo, un altro 10% ha presentato la domanda all'ufficio immigrazione mentre i restanti stanno valutando l'idea".
Non si tratta però di un semplice di cambio di cittadinanza, ma di una vera e propria 'immigrazione d' investitori': alcuni Paesi, come ad esempio gli Stati Uniti, concedono il diritto di residenza temporaneo o permanente a quei cittadini stranieri in grado di investire in zone meno sviluppate del Paese e di creare nuovi posti di lavoro. Per ottenere un "visto Investitore" per gli Stati Uniti occorrono almeno 500mila dollari: una cifra che solo 10 anni fa rappresentava una meta irraggiungibile per chiunque in Cina, ma che al giorno d'oggi non sembra più così estranea alle tasche dei cinesi. Secondo l'annuale rapporto di Hurun - versione cinese della classifica di Forbes – i ricchi cinesi sono il + 9,7% rispetto allo scorso anno, raggiungendo così quota 970mila. A questi è stato richiesto un solo requisito per essere inseriti nella classifica: avere un patrimonio pari o superiore ai 10 milioni di yuan. Ugualmente in rialzo la percentuale dei super ricchi (coloro che dispongono di oltre 15 milioni di dollari) che, con il +9% rispetto al 2010, salgono a 60mila. In pratica in Cina una persona su 1.400 è milionaria.
E per i nuovi Paperoni cinesi – si legge nel rapporto di Bain - le priorità sono da un lato cercare nuove opportunità d'investimento e, dall'altro, mettere al sicuro il proprio patrimonio, pericolosamente esposto in Cina ai rischi dello scoppio di una bolla speculativa del settore immobiliare e alla volatilità del mercato azionario (questo articolo ). Una prospettiva, questa, che nel 2009 avrebbe spinto oltre 1.971 immigrati-investitori a prendere il primo aereo diretto verso gli Stati Uniti, contro i 1.360 del 2008. Secondo l'agenzia di stampa cinese Xinhua la ragione di un tale flusso migratorio è un altro e molto più semplice: i ricchi cinesi sono attratti da Paesi in cui l'ambiente è più pulito, salubre, e i cibi più sani. Non sono dello stesso avviso gli utenti di Sina Weibo, il uno dei blog più attivi del Paese, che non sembrano avere dubbi: dietro la grande fuga ci sarebbe la volontà di sfuggire alla condanna per corruzione (questo articolo ) . "Dopo essere cresciuti e ingrassati i maiali hanno paura di finire al macello" si legge sul blog.
Ma i milionari non sono gli unici cinesi ad aver deciso di cambiare passaporto. Già prima degli investitori, sono stati gli attori ad aver ceduto al 'fascino esotico'. L'attrice Gong Li, nota al pubblico occidentale per la sua interpretazione in "Lanterne Rosse" di Zhang Yimou, ha deciso di diventare cittadina di Singapore; Zhang Ziyi (la Foresta dei pugnali volanti) è ora di Hong Kong così come i musicisti Lang Lang e Li Yundi; mentre l'attore Jet Li è ormai americano. Cambiano le destinazioni, ma rimane il motivo che ha spinto queste star a lasciare la Cina: le tasse.
Un fenomeno, quest'ultimo, che ha investito non solo la Cina, ma anche l'ex colosso sovietico, i due paesi in cui la 'via al socialismo' ha tracciato destini dissimili. E se la meta preferita dei ricchi cinesi è rappresentata dagli Stati Uniti, quella dei miliardari russi è senz'altro la Gran Bretagna. Secondo recenti studi, negli ultimi anni circa 600mila persone provenienti dall'est Europa sono approdate in Inghilterra e di queste il 15% ha un passaporto russo. Insieme alle valige gl'immigrati i russi hanno portato anche diverse centinaia di milioni di dollari in contanti che sono stati iniettati direttamente nell'economia britannica. Secondo Hermitage Capital dal 1998 al 2004, capitali per oltre 102 miliardi di dollari hanno lasciato il Paese, gran parte dei quali sembrerebbero essere sbarcati oltremanica. E sebbene Londra si trovi in testa all'indice di gradimento dei russi – tanto da essere spesso definita la Mosca sul Tamigi -, monumenti e parchi non sembrano essere stati i soli a catturare l'interesse dei miliardari russi, attratti piuttosto dai vantaggi fiscali destinati a quei cittadini britannici che effettuano investimenti offshore. Nella folta schiera di facoltosi russi ormai inglesi a tutti gli effetti, spicca il nome dell'imprenditore Roman Abramovich: proprietario del Chelsea Football Club dal 2003, si piazza al quindicesimo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo.
di Sonia Montrella
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