IL 18° CONGRESSO "APRE AL POPOLO": GERMOGLI DI CAMBIAMENTO?

IL 18° CONGRESSO "APRE AL POPOLO":  GERMOGLI DI CAMBIAMENTO?

Pechino, 3 Nov. – Semaforo verde alle elezioni dei delegati del 18° Congresso Nazionale, che nel 2012 sancirà il passaggio di poteri dall'amministrazione Hu-Wen ai leader della quinta generazione (questo articolo). Un totale di 2.270 delegati saranno eletti entro il mese di giugno da 40 unità elettorali in tutto il Paese; è quanto emerge da un comunicato diffuso dal Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese (Pcc) il 2 novembre.

 


Al Partito si respira aria di cambiamento? Il comunicato lascia supporre un passo in avanti rispetto al 17° Congresso del 2007  e riflette la volontà della leadership cinese di aprire uno spiraglio alla società civile. Il Pcc sollecita l'elezione di un numero maggiore di lavoratori, contadini, donne e rappresentanti delle organizzazioni sociali e che l'anno prossimo dovranno costituire il 32% dei delegati - 2 punti percentuali in più rispetto al Congresso precedente -. Un'altra novità riguarda l'inserimento della macroarea di "management sociale" (una sorta di meccanismo di supervisione che dovrebbe garantire il funzionamento armonico del sistema sociale) tra le qualifiche che favoriranno l'elezione dei delegati, ad integrazione dei settori di specializzazione preesistenti - economia, tecnologia, difesa, scienza politica, legge, istruzione, pubblicità, cultura, salute e sport-.

 

"Le elezioni saranno competitive. La differenza tra candidati e numero dei seggi dovrà superare il 15% - si legge ancora nel comunicato del Comitato Centrale - e gli organizzatori riporteranno alle commissioni disciplinari del Partito per un feedback sui candidati. Se i candidati provengono da istituzioni finanziarie o imprese, i controllori saranno designati in ambito amministrativo e industriale". Questi i requisiti introdotti per arginare il rischio che la corruzione - male che affligge da sempre il Dragone - attecchisca sui procedimenti elettorali.

 


Il Pcc – preoccupato dal crescente malcontento che le autorità sono poco intenzionate a tollerare - è quindi disposto a fare delle concessioni alla società cinese sempre più in fermento? In realtà l'"apertura democratica" della leadership cinese non nasce da una spontanea spinta pluralista del Pcc ma dal "tamtam democratico" che ha scosso il web cinese nel maggio di quest'anno. In vista delle elezioni locali una trentina di cittadini avevano annunciato sui vari blog e twitter cinesi di volersi presentare come "candidati indipendenti"e dunque sfidare il Pcc nell'unico livello elettorale ammesso. Tra i più noti, il commentatore sportivo Li Chengpeng, che non ha esitato a far sentire la sua voce sul web; e hanno dichiarato di candidarsi tramite twitter tra gli altri, lo scrittore Xia Shang e il professor Wu Danhong presso China University of Political Science and Law (CUPL)

 

Nulla di illegale o sovversivo, se si considera che la legge prevede che chiunque abbia 18 anni e sia in possesso dei diritti civili possa aspirare a un seggio in un consiglio locale, sia che venga presentato da un partito o da un'associazione sia nel caso riesca a raccogliere almeno 10 firme di suoi concittadini. Il partito però si riserba sempre l'ultima parola: le commissioni disciplinari possono decidere di respingere i candidati considerati "poco idonei" alla carica. Esemplare il caso del noto blogger politico Yao Bo, che aveva presentato la candidatura a maggio per un seggio nel governo locale in un distretto di Pechino e che il 28 ottobre ha appreso di esser stato escluso dal ballottaggio per ragioni 'oscure'. "Devono aver trovato canditati migliori" ha dichiarato alle autorità. Bo ha ancora intenzione di correre come candidato fuori lista, "Le cose non cambiano dall'oggi al domani" soggiunge "ma avere diritti politici e non esercitarli è come non averne affatto".

 

Il fermento sulla rete ha comunque avuto un forte impatto sulla società civile cinese; i dibattiti sulle riforme politiche hanno continuato a scaldare il web. Non si è dovuto attendere molto per il contrattacco della stampa ufficiale. Un editoriale del Global Times – megafono del Pcc - condanna il fenomeno dei candidati indipendenti che "potrebbero indebolire il sistema vigente utilizzando internet come strumento di campagna elettorale". Secondo l'editoriale i candidati indipendenti sono portatori sani di valori in contrapposizione alla linea politica del Dragone. "Il nostro sistema politico si basa sulla cooperazione multipartitica sotto l'egida del Partito Comunista Cinese; i candidati che si pongono in opposizione ai meccanismi che regolano la politica nel nostro paese, sono semplicemente incompatibili con il nostro sistema," continua l'articolo "Negli ultimi anni la società cinese è cambiata, accogliendo una pluralità di opinioni. La partecipazione dei candidati indipendenti accelererebbe questo processo, causando maggiore turbolenza e minacciando la coesione nazionale. La società cinese non è ancora pronta." Il puntuto editoriale riflette la posizione ufficiale dei ranghi del Partito. Nel giro di qualche ora, la macchina della propaganda è entrata in azione: blog e notizie 'sconvenienti' sono scomparsi nel tritacarne della censura.

 

Malgrado il pugno di ferro della leadership il fenomeno dei candidati indipendenti ha comunque raggiunto proporzioni inedite: quest'anno sono stati  circa in 90 a presentarsi alle elezioni locali. Il numero dei candidati alle elezioni ha registrato un balzo significativo; ai 'fantocci' del Partito - protagonisti indiscussi delle elezioni precedenti - sono stati affiancati da candidati eletti delle comunità locali.

 

Emblematico il caso di Liu Ruoxi: liceale diciottenne di Shenzhen, sostenitore della democrazia multipartitica e in prima linea per la tutela dei diritti degli studenti, ha raccolto oltre 2mila firme. Ancora, quello di Guo Huojia: 59 anni, fruttivendolo di un distretto di Guangzhou, si è battuto per quattro anni contro l'esproprio illegale di terreni agricoli. Guo, dopo aver raccolto le 10 firme necessarie alla candidatura, è riuscito a rientrare nel ballottaggio regionale e il 28 settembre è stato eletto con 4.827 voti, battendo di 2mila voti il candidato governativo.

 

Purtroppo i precedenti storici non lasciano molto spazio alle sorprese . Guo non è infatti il primo candidato indipendente nella storia elettorale cinese: nel 1998 aveva trionfato Yao Lifa, che ottenne il seggio dell'assemblea municipale dello Hubei. Fallita la seconda candidatura a Qiangjiang, sua città natale, è stato perseguitato dal governo locale, finendo più volte in carcere. Sorte simile è stata riservata ai blogger che hanno denunciato le frodi elettorali perpetrate dalle commissioni disciplinari del partito. Wan Cheng, avvocato impegnato nella difesa di un candidato indipendente respinto, è stato picchiato da 10 uomini nella sua stanza d'albergo a Xinyu, nel Jiangxi, dopo aver ricevuto una visita della polizia.


Per i nuovi esponenti della società civile, si intravedono nuove chance; ma le prospettive sono tutt'altro che rosee. Il Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese, che raccoglie la creme de la creme degli 80 milioni di cinesi iscritti al Pcc - è ancora costituito in maggioranza da quadri del partito, primato che il Pcc non è disposto a cedere molto facilmente.


di Annunziata Rispoli


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