Stando alle dichiarazioni del portavoce del Ministero del Commercio Yao Jian, si stima che per la fine di quest'anno gli IDE supereranno la quota record di 100 miliardi di dollari, dissipando le iniziali preoccupazioni secondo cui l'aumento del costo del lavoro, dovuto ai recenti disordini nel mondo operaio, avrebbe rallentato il flusso di investimenti. E se gli investimenti, che hanno registrato un'impennata con l'ingresso della Cina nell'Organizzazione Mondiale del Commercio nel 2001, sono stati inizialmente colpiti dalla flessione economica globale, da un anno a questa parte la loro ripresa si è dimostrata più che positiva.
Principale fattore d'attrazione per gli investitori stranieri è rappresentato dal settore dei servizi: è stato calcolato che gli investimenti nel terziario ammonterebbero al 44,9% del totale degli IDE, in crescita rispetto al 40,9% registrato nello stesso periodo dell'anno scorso. Oggi il settore dei servizi si dimostra essere la maggiore forza trainante per la crescita degli IDE. E lo sviluppo del terziario ben si sposa con la nuova sfida del governo che aspira a modificare l'attuale struttura economica del Paese, aumentando i consumi interni e affidandosi in misura minore alle esportazioni.
Restano però delle ombre: nonostante
di Veronica Scarozza