Pechino, 27 gen. - Industrial and Commercial Bank of China, la più importante banca cinese, ha diffuso oggi un comunicato nel quale annuncia lo stop al rinnovo di alcuni prestiti, una mossa mirata a frenare l'imponente crescita del credito registrata nel 2009 e proseguita anche nel mese di gennaio. Le compagnie cinesi, di solito, chiedono prestiti per il breve periodo (ad esempio sei mesi) e domandano successivamente il rinnovo del prestito precedente; dato che il rinnovo è quasi di ordinaria amministrazione, ecco allora che la manovra dell'ICBC equivale, di fatto, a un'interruzione del ciclo continuo di credito registrato negli ultimi mesi. Anche se l'ICBC ha sottolineato che non bloccherà l'erogazione di nuovi prestiti, la decisione suona quindi come una conferma autorevole delle nuove politiche cinesi per limitare l'eccesso di liquidità, che giunge in una settimana in cui le voci e gli annunci su una stretta del credito ordinata dal governo di Pechino hanno scosso i mercati di tutto il mondo. Tutti i mercati asiatici, ieri, hanno chiuso in perdita per il settimo giorno consecutivo, la serie negativa più lunga degli ultimi due anni: gli investitori, in altri termini, temono che le strette al credito che si stanno registrando in queste settimane siano il presagio di politiche ancora più severe (come un aumento dei tassi d'interesse o dei requisiti di riserva), che il Dragone sarebbe in procinto di lanciare per bloccare le speculazioni in un'economia che continua a crescere fin quasi al surriscaldamento. Secondo i dati ufficiali la Cina ha chiuso il 2009 con un +8.7%, mentre l'ultimo trimestre si era concluso con un +10.7%; le banche cinesi, l'anno scorso, hanno alluvionato il mercato con nuovi prestiti per la cifra record di 9590 miliardi di yuan (circa 959 miliardi di euro), mentre solo nei primi 19 giorni di gennaio hanno erogato nuovi finanziamenti per circa 1450 miliardi di yuan (145 miliardi di euro). "ICBC non correrà verso nuovi crediti ma non smetterà di prestare, - si legge nel comunicato - nei primi 20 giorni del gennaio di quest'anno, a causa di una concentrazione di domande di capitali per progetti già avviati, l'offerta di credito è stata effettivamente veloce, ma pur sempre al di sotto di quella dello stesso periodo del 2009. Negli ultimi 10 giorni del mese, al contrario, a causa della scadenza di numerosi prestiti e del pagamento dei debiti da carte di credito, la crescita dei prestiti ha subito un rallentamento". Il comunicato della ICBC di oggi è solo l'ultimo di una serie di segnali che suggeriscono come la priorità della Cina, adesso, consista proprio nel contenere il credito e nel raffreddare l'economia, anche per evitare lo scoppio di bolle speculative in settori come lo stock market o quello immobiliare: due settimane orsono la China Banking Regulatory Commission, l'authority bancaria di Pechino, aveva ordinato alle banche statali di aumentare il coefficiente di riserva obbligatoria; all'inizio di gennaio la Banca Centrale aveva aumentato i tassi d'interesse dei titoli di debito a tre mesi e ad un anno; mentre la scorsa settimana, infine, il presidente della CBRC Liu Mingkang aveva annunciato che le banche che non rispettano alcuni requisiti "vedranno limitate le loro capacità di concedere credito", confermando in parte le illazioni del quotidiano ufficiale China Securities Journal, secondo il quale agl'istituti di credito sarebbe stato ordinato di bloccare i nuovi prestiti fino alla fine di gennaio già a metà del mese.