Pechino, 15 apr.- Risultato sorprendente per l'economia cinese nel primo trimestre 2010: secondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, nei primi tre mesi di quest'anno il PIL del Dragone ha registrato un +11.9% rispetto allo stesso periodo del 2009, per un totale di 2090 miliardi di yuan (circa 864 miliardi di euro). L'indice dei prezzi al consumo si mantiene al +2.2%, con un lieve calo nel mese di marzo (+2.4%) rispetto a febbraio (2.7%), caratterizzato quest'anno dai festeggiamenti per il capodanno cinese. Salgono anche le vendite al dettaglio (+17.9%, sempre anno su anno) e gl'investimenti in immobilizzazioni (+25.6%). Dopo il +10.7% conseguito nel 2009 al di là delle previsioni, insomma, la Cina continua a marciare e si sforza di apparire completamente fuori dalla tempesta della crisi globale. In tutto il paese, però, sta crescendo il malcontento per il continuo aumento dei prezzi delle case, che pare ormai inarrestabile: solo a marzo i costi delle proprietà nelle 70 principali città cinesi hanno registrato un +11.7% da record e, sempre relativamente al primo trimestre 2010, i dati dell'Ufficio Nazionale di Statistica mostrano che gli investimenti in progetti di edilizia urbana hanno raggiunto quota 659.4 miliardi di yuan (circa 71 miliardi di euro), ben il 35.1% in più rispetto all'anno scorso. "La forte crescita economica può essere attribuita in larga parte al pacchetto di stimoli all'economia - si legge in una nota di commento elaborata dal Consiglio di Stato dopo una riunione presieduta dal premier Wen Jiabao - e ma mentre l'economia assiste a una ripresa, persistono vecchie difficoltà ed emergono nuovi problemi". La nota menziona poi il "protezionismo crescente in molti mercati" e "l'aumento della disoccupazione nelle economie più sviluppate" come i maggiori fattori di incertezza dell'economia globale. Sul fronte interno, però, la maggior parte degli investimenti sembra ancora indirizzarsi verso il settore immobiliare, nonostante le numerose misure adottate dalla Banca centrale e dalla China Banking Regulatory Commission per frenare la corsa al mattone: l'economista indipendente Andy Xie, ex capo di Morgan Stanley Asia, ha scritto ieri su un blog che quella del settore immobiliare cinese si confermerà come "la più grande bolla nella storia della finanza mondiale". "Per scongiurarne lo scoppio- ha scritto Xie- la Banca centrale dovrebbe alzare i tassi d'interesse in maniera appropriata, ad esempio del 2% nel 2010 e del 3% nel 2011, una mossa che comporterebbe anche un ridimensionamento adeguato di un'economia in fase di surriscaldamento come quella cinese. L'esplosione di questa bolla può causare una crisi economica estremamente seria per almeno i prossimi due anni".