Pechino, 25 feb.- Huawei non accetta di recitare il ruolo del cattivo e passa al contrattacco: con una mossa senza precedenti, il colosso cinese delle telecomunicazioni ha formalmenteinvitato il governo americano ad aprire un'indagine per chiarire la suaposizione e allontanare tutti i sospetti che da tempo aleggianosull'azienda. "Siamo pronti a rispondere a qualsiasi domanda del governo - ha dichiarato il vicepresidente con delega per gli affari esterni, l'americano Bill Plummer- e siamo aperti a ogni tipo di indagine, revisione o controllo che possa finalmente chiarire tutti i dubbi nei nostri confronti".
L' "operazione trasparenza" è scattata in seguivo a un'ordinanza del Dipartimento per gli investimenti esteri USA, che ha costretto Huawei a cedere gli asset acquistati da 3leaf, una piccola società statunitense; un caso simile era già scoppiato tre anni fa, e la compagnia cinese era stata forzata a ritirare un investimento molto più sostanzioso su 3Com. Huawei sostiene di essere vittima di cattiva pubblicità sui suoi legami con l'esercito dato che il fondatore della società, Ren Zhengfei, ha occupato un importante ruolo nell'Esercito di Liberazione Popolare fino al 1983: "Nessuno ha mai fornito la prova concreta del coinvolgimento di Huawei con l'utilizzo di tecnologie militari - si legge in una lettera aperta pubblicata ieri sul sito della società- eppure negli ultimi dieci anni i nostri progetti di business negli Stati Uniti sono stati sistematicamente ostacolati".
L'anno scorso un gruppo di senatori repubblicani aveva sollevato obiezioni in merito all'assegnazione a Huawei di un appalto per la fornitura di servizi wireless a Sprint Nextel Corp., sostenendo che l'operazione avrebbe messo in pericolo la sicurezza nazionale; ma oltre ai legami con i militari e ai timori sulla sottrazione di informazioni riservate attraverso l'utilizzo della sua piattaforma tecnologica, Huawei si deve anche difendere dalle accuse di aiuti di Stato che le sarebbero forniti dal governo cinese e da quella di violazione delle norme sulla proprietà intellettuale. "Riceviamo sostegni dal governo cinese esattamente come le società americane lo ricevono dal loro - si legge ancora nella lettera aperta - e lo scorso anno abbiamo ricevuto aiuti per soli 89.75 milioni di dollari".
I vertici della società, infine, hanno ricordato che recentemente Cisco Systems ha ritirato una citazione in giudizio nei confronti di Huawei per violazione di proprietà intellettuale, mentre Huawei, a sua volta, ha invece concluso con successo la controversia aperta contro l'ex partner Motorola per le medesime ragioni. Negli ultimi anni, Huawei è diventata uno dei leader mondiali nel settore delle reti wireless, dominato dagli svedesi di Ericsson, e molti analisti ritengono che ormai sia in grado di strappare il secondo posto sul podio a Nokia Siemens Network.