HONG KONG: STUDENTI A CY LEUNG, DIMISSIONI O SARA' ESCALATION
di Eugenio Buzzetti
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Hong Kong, 1 ott. -Gli studenti di Hong Kong hanno lanciato, questo pomeriggio, ora locale, un ultimatum ufficiale al leader della città, Leung Chun-ying. Durante una conferenza stampa a Tim Mei Avenue, nella zona di Admiralty, centro delle proteste, gli studenti della Hong Kong Federation of Students e il gruppo Scholarism, che annovera tra i leader il giovanissimo Joshua Wong, arrestato e rilasciato nei giorni scorsi, hanno chiesto a CY Leung di rassegnare le dimissioni entro la mezzanotte di domani, pena l'escalation delle proteste, con l'occupazione degli uffici governativi. "L'ultimatum è ragionevole - ha spiegato ad Agi China Erica Yuen, deputata per il partito People Power di orientamento democratico - perché CY Leung avrebbe dovuto dimettersi già giorni fa". Nello scenario che si apre ora, con un orizzonte temporale limitato a poco più di 24 ore, la deputata di Hong Kong si dice fiduciosa che la situazione della sicurezza rimarrà sotto controllo. "Escludo la possibilità che ci possa essere una repressione violenta, non nei giorni della festa nazionale. Sono sicura che il movimento non si dissolverà".
Oggi ricorre il 65esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare Cinese, proclamata da Mao Zedong nel 1949. L'ultimatum, lanciato da un capannello di fronte agli uffici della LegCo, l'Assemblea Legislativa di Hong Kong, ovvero il parlamento, arriva nel pomeriggio del quarto giorno di proteste del movimento Occupy Central, lanciato ufficialmente nella notte tra sabato e domenica scorsa. Prima di oggi il movimento aveva già mosso ufficialmente due richieste: le dimissioni di CY Leung e il ritiro della proposta di elezione del leader dell'isola presentata dal governo cinese. Occupy Central, che sta diventando globale con manifestazioni di solidarietà in altre trenta città nel mondo, chiede l'elezione per suffragio universale dell'amministratore delegato di Hong Kong, la massima carica politica dell'isola.
Le proteste di Hong Kong si sono estese a diverse zone della città, e il movimento ha portato ogni giorno per le strade decine di migliaia di persone, per la maggior parte concentrate nella zona di Admiralty. In un discorso alla folla a Causeway Bay, Chan Kin-man, uno dei leader delle manifestazioni, ha chiesto scusa agli abitanti della zona per i disagi causati dai sit-in prolungati e ha chiesto ai manifestanti di riunirsi in tre aree in particolare: Admiralty, centro delle proteste, Monkok e appunto Causeway Bay. Occupy Central ha mantenuto anche oggi un carattere pacifico, nonostante la repressione di domenica scorsa da parte delle forze dell'ordine, che hanno usato lacrimogeni e spray al peperoncino contro la folla. A Monkok, altro quartiere teatro delle proteste di questi giorni, alcuni docenti universitari hanno sottolineato il carattere di movimento e non di rivoluzione delle proteste, per l'assenza di violenza e la domanda di un cambiamento che comprenda il suffragio universale. Ad ascoltarli c'erano circa duemila persone che da lunedì scorso occupano la via.
A Causeway Bay, sull'isola di Hong Kong, c'è stato un momento di incomprensione tra i manifestanti pro-democratici e una sfilata di membri del Fa Lun Gong che hanno sfilato lungo le vie della città: gli studenti hanno voluto dissociarsi dagli adepti della setta chiedendo loro di non passare per le vie occupate dal corteo. A rimanere lontane dalle zone più calde sono state anche le domestiche provenienti dalle Filippine, per timore di essere identificate tra le manifestanti ed essere espulse da Hong Kong. Anche il consolato generale di Manila ha emesso un comunicato ai connazionali che vivono a Hong Kong per avvertirli di evitare le zone calde delle proteste.
Intanto, in Cina sono almeno tredici i simpatizzanti del movimento Occupy Central che hanno manifestato in diverse città del Paese a essere finiti in manette, mentre altri sessanta hanno subito percosse o altre forme di violenza dalle forze dell'ordine. A minimizzare il movimento di Occupy Central è poi intervenuto Zhang Xiaoming, il più alto ufficiale del governo cinese a Hong Kong. "Il sole sorge come al solito" ha dichiarato oggi il funzionario cinese senza fare cenno alle manifestazioni. I maggiori quotidiani della mainland, nella giornata di oggi, hanno sottolineato come la leadership di Pechino non intenda arretrare rispetto alle richieste dei manifestanti. Il Quotidiano del Popolo, il più importante giornale cinese e organo del Partito Comunista, ha commentato per la prima volta gli eventi di questi giorni nella Regione Amministrativa Speciale e ha sottolineato come le proteste costituiscano "una minaccia alla sicurezza personale e alle proprietà della popolazione di Hong Kong". Per l'agenzia Xinhua, invece, le proteste "ignorano gli interessi della maggioranza del popolo di Hong Kong".
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ERETTO "L'ALBERO DELLA DEMOCRAZIA"
Hong Kong, 1 ott. - La pioggia caduta nella notte su Central non ha fermato i manifestanti di Occupy Central, che oggi hanno eretto un nuovo monumento, "l'albero della democrazia", su Tim Mei Avenue, una delle tante vie su cui si stano svolgendo le manifestazioni pro-democratiche di questi giorni. La mattinata del quarto giorno di proteste dall'inizio ufficiale del movimento è stata segnata dalle contestazioni all'alzabandiera, con il gruppo Scholarism del giovanissimo leader Joshua Wong che ha voltato le spalle alla bandiera cinese, rimanendo in silenzio. Dopo 48 ore in stato di detenzione, il 17enne Wong era stato liberato nei giorni scorsi, e da ieri è tornato a guidare le contestazioni.
L'amministratore delegato di Hong Kong, Leung Chun-ying, massima carica politica dell'isola, e di cui i manifestanti hanno a più riprese chiesto le dimissioni, ha salutato in un discorso la festa nazionale spiegando che "dobbiamo lavorare per realizzare il sogno cinese", senza fare alcun riferimento diretto alle proteste. Oggi è la festa nazionale cinese, il 65esimo anniversario della fondazione della Repubblica Popolare, proclamata il 1 ottobre 1949 da Mao Zedong dagli spalti di piazza Tian'anmen, a Pechino. Per oggi erano previsti anche fuochi d'artificio a Hong Kong per commemorare la National Holiday, cancellati due giorni fa, in seguito al protrarsi delle proteste.
Ieri notte la zona di Admiralty, centro delle manifestazioni, era gremita di gente. I manifestanti hanno alzato nuove barricate lungo la strada che collega il centro dell'isola di Hong Kong a alla sede del governo, dopo i rumors che davano la polizia in avanzata verso il centro delle proteste. La protesta di Occupy Central continua a espandersi, assumendo sempre più i contorni di una contestazione civile già ribattezzata Occupy Hong Kong. Con il supporto di oltre trenta città nel mondo, Occupy Hong Kong è diventata una protesta globale e ha portato per le strade decine di migliaia di persone, che si sono concentrate, geograficamente, nelle località di Admiralty e Causeway Bay, sulla Hong Kong Island, e di Monkok e Tsim Sha Tsui, nella zona commerciale di Kowloon.
La scorsa notte è stata segnata anche da un altro episodio: la morte di un ispettore capo di polizia, Andrew Philips, che, secondo le prime ricostruzioni, si è sparato all'interno di uno dei distretti di polizia della città. La pistola è stata trovata dai colleghi accanto al suo corpo. L'ultima minaccia alle proteste di Occupy Hong Kong arriva da un virus informatico, Xsser, diffuso attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, che prende di mira i dispositivi Apple e infetta computer, tablet e smartphone che vengono ritenuti di proprietà dei leader e dei partecipanti alle rivolte pro-democratiche. Intanto, le manifestazioni di Hong Kong hanno generato reazioni anche in Cina: tredici persone sono state arrestate nelle scorse ore per avere manifestato solidarietà con il movimento pro-democratico dell'isola, che da mesi chiede un pieno suffragio universale per l'elezione della massima carica, invece di una scelta limitata a candidati preventivamente approvati da un comitato di 1200 persone guidato a distanza dal governo cinese.
01 ottobre 2014
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