Di Eugenio Buzzetti
Twitter@Eastofnowest
Pechino, 18 giu. - L'Assemblea Legislativa di Hong Kong ha respinto la proposta di riforma politica dell'isola presentata da Pechino. Con 28 voti contrari, otto a favore e un solo astenuto, i 37 parlamentari presenti oggi nel palazzo del mini-parlamento dell'isola al momento del voto hanno bloccato dopo dieci ore di dibattito spalmate tra ieri e oggi il piano di riforma delle legge elettorale che prevede la preselezione dei candidati alla carica di capo esecutivo dell'isola per le prossime elezioni, che si terranno nel 2017.
Poche ore dopo, Pechino ha fatto spaere che non mollerà: la proposta rimarrà in vigore nonostante la bocciatura di oggi. "Nonostante la mozione per il suffragio universale non sia passata all'Assemblea Legislativa - spiega l'Assemblea Nazionale del Popolo in un comunicato emesso nel pomeriggio di oggi, ora locale - La direzione verso il suffragio universale e i principi legali contenuti nella decisione del Comitato Permanente dell'Anp devono essere mantenuti nei futuri sforzi per raggiungere il suffragio universale".
I parlamentari pro-Pechino avevano lasciato l'aula alcuni minuti prima del voto nel tentativo non riuscito di dilatare i tempi per l'approvazione. Con il voto di oggi si protrae lo stallo politico di Hong Kong, come previsto ieri dalla stessa Carrie Lam, la numero due dell'isola, che durante il dibattito sula nuova legge aveva chiesto ai parlamentari di orientamento democratico, ostili alla proposta di riforma, di rispettare al volontà della maggioranza della popolazione, favorevole alla nuova legge: secondo gli ultimi sondaggi compiuti dalla Hong Kong University, il 51% dei residenti nella città è a favore della proposta, mentre il 37% rimane contrario.
Il voto contrario alla proposta di legge proveniente dall'Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, ha attirato le critiche di Pechino. "Questo risultato, che nel 2017 non ci sarà suffragio universale per il capo esecutivo della regione amministrative speciale di Hong Kong, non è qualcosa che avremmo voluto vedere", ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri, Lu Kang. La notizia della bocciatura della proposta è stata ripresa anche dai media della Cina continentale, che nei giorni scorsi avevano sostenuto il progetto di riforma del meccanismo di elezione della massima carica politica dell'isola. Il quotidiano Global Times parla di "momento triste" per il processo democratico di Hong Kong. La città semi-autonoma, ha spiegato il tabloid, "ha perso una possibilità di riforma politica ed è un peccato che i pan-democratici non lo capiscano, ma la verità verrà a galla, la società di Hong Kong riconoscerà i fatti e metterà pressione politica sui pan-democratici per agire nella giusta direzione".
Con la bocciatura della proposta di oggi, Hong Kong manterrà il metodo di elezione del capo esecutivo in vigore finora, che prevede l'elezione della massima autorità dell'isola da parte di un comitato di 1200 membri, rappresentativi delle principali categorie economiche, sociali e politiche di Hong Kong. In base alla proposta di riforma, i cittadini avrebbero potuto votare per la massima carica dell'isola tra i candidati scelti dal comitato, che avrebbero pre-selezionato i candidati. I democratici e i movimenti di contestazione alla legge rifiutano questa scelta che giudicano come "democrazia fasulla". La possibilità che la legge non venisse approvata era largamente prevista da giorni, dopo che i parlamentari democratici avevano reso noto che non avrebbero sostenuto la riforma facendo mancare il numero legale di voti per l'approvazione.
18 giugno 2015
ALTRI ARTICOLI
HONG KONG: AL VIA DIBATTITO SU RIFORMA, POLIZIA IN ALLERTA
@Riproduzione riservata