HK: «OCCUPY CENTRAL E' FINITA» DICE CY LEUNG

di Eugenio Buzzetti

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Pechino, 15 dic. - Il movimento di protesta pro-democratico di Occupy Central, è ufficialmente finito. Lo ha dichiarato il capo esecutivo di Hong Kong, Leung Chun-ying, al 78esimo giorno dall'inizio delle manifestazioni. "Dopo il completamento dei lavori di rimozione nell'area di Causeway Bay, le attività di occupazione illegale durate oltre due mesi sono terminate", ha dichiarato il leader della città semi-autonoma cinese, che ha sottolineato che le attività di protesta del movimento hanno provocato "seri danni" all'economia e allo stato di diritto a Hong Kong.

Gli ultimi presidi a Causeway Bay, una delle tre aree dove si sono concentrate le manifestazioni, sono stati sgombrati questa mattina, da circa un centinaio di agenti, un numero di gran lunga inferiore rispetto ai circa settemila, divisi su due turni, che giovedì scorso, dopo due mesi e mezzo di blocchi stradali, hanno riaperto al traffico l'area di Admiralty, al centro dell'isola di Hong Kong e luogo simbolo delle manifestazioni.

Arrestati venti manifestanti che si sono opposti alle attività di rimozione da parte delle forze dell'ordine. Oltre a studenti e attivisti, tra gli arrestati c'è anche un novantenne, noto come 'nonno Wong', che era già stato preso in consegna durante la rimozione delle barricate di Admiralty, e un parlamentare di Hong Kong di orientamento pro-democratico.

Nel pomeriggio di oggi, ora locale, è prevista anche la rimozione dell'ultimo presidio rimasto, all'interno del palazzo dell'Assemblea Legislativa di Hong Kong, anche se finora non si sono verificati incidenti e molti manifestanti hanno già lasciato la zona portando con sé i propri effetti personali. Il movimento che chiede il pieno suffragio universale alle prossime elezioni di Hong Kong, nel 2017, era stato dichiarato aperto ufficialmente il 28 settembre scorso, e ha portato per le strade di Hong Kong decine di migliaia di persone nelle prime settimane di manifestazioni.

Nella giornata di ieri, i gruppi che hanno animato le proteste cominciate il 28 settembre scorso, hanno lanciato un "movimento di non cooperazione" in cui chiedono anche a chi non ha potuto partecipare alle manifestazioni degli scorsi mesi di ritardare il più possibile il pagamento degli affitti degli appartamenti di edilizia pubblica e delle tasse,dando seguito agli appelli degli scorsi giorni di continuare la protesta in forme diverse dai sit-in che hanno caratterizzato finora il movimento. Sempre ieri, scrive il quotidiano South China Morning Post, il vice presidente della Commissione per gli affari legislativi dell'Assemblea Nazionale Nazionale del Popolo cinese, Zhang Rongshun, durante una conferenza con studiosi di Hong Kong e di Macao, ha rimarcato che alcune persone nell'ex colonia britannica devono "schiarirsi di nuovo le idee sul principio di 'un Paese, due sistemi'", che regola i rapporti tra Pechino e l'ex colonia britannica, e "sull'identità nazionale".



15 dicembre 2014

 

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