HK: Joshua Wong torna e accusa Bangkok per il fermo

Eugenio Buzzetti

 

Pechino, 5 ott. - E' durato meno di 24 ore il viaggio dell'attivista studentesco di Hong Kong Joshua Wong in Thailandia, rimpatriato dalle autorità di Bangkok dopo alcune ore di detenzione. Wong, uno dei volti più noti delle contestazioni studentesche pro-democratiche di Occupy Central a Hong Kong del 2014, è stato fermato da alcuni funzionari all'aeroporto Suvarnabhumi della capitale thailandese poco dopo il suo arrivo in Thailandia, nella notte tra ieri e oggi. Il diciannovenne era stato invitato a Bangkok per partecipare a una commemorazione per i quaranta anni dalla repressione del governo contro gli studenti organizzata da un gruppo della Chulalongkorn University, uno dei più prestigiosi atenei del Paese del sud-est asiatico. L'attivista avrebbe dovuto parlare della sua esperienza durante i giorni di Occupy Central, considerato il più grande movimento di sfida politica nei confronti di Pechino dalle proteste di piazza Tian'anmen nel 1989.

Arrivato nel primo pomeriggio di oggi all'aeroporto di Hong Kong, Wong ha raccontato alla stampa che lo attendeva di essere stato circondato da circa venti tra agenti e funzionari dello scalo aeroportuale di Bangkok che gli hanno confiscato il passaporto e lo hanno tenuto in custodia per circa dodici ore, durante le quali non ha avuto la possibilità di effettuare chiamate. Wong ha spiegato di non essere riuscito a capire tutto quello che hanno detto i funzionari, ma di avere colto distintamente le parole "lista nera". L'allarme sulla sorte di Wong era stato lanciato in mattinata, ora locale, dal partito politico a cui Wong appartiene, Demosisto, di orientamento democratico e autonomista. "Mi hanno accusato di avere violato l'Immigration Act, ma non hanno fornito spiegazioni", ha dichiarato Wong al suo ritorno a Hong Kong. "Considero illegale l'incarcerazione".

Wong si trovava su una "lista nera" dopo che il governo cinese aveva chiesto alla Thailandia di proibire l'ingresso del giovane nel Paese, ha spiegato il vice comandante dell'Ufficio Immigrazione dell'aeroporto Suvarnabhumi, Pruthipong Prayoonsiri, citato dal quotidiano Bangkok Post, uno dei più importanti media thailandesi, e da altri media locali. Il giornale thailandese cita anche una conferma di un altro funzionario aeroportuale che ha preferito rimanere anonimo. La giunta militare al governo in Thailandia ha in un primo momento smentito di avere chiesto il fermo per il giovane attivista, ma le successive dichiarazioni del primo ministro thailandese lasciano intravedere un ruolo della Cina nella decisione di rimpatriare Wong. "E' già tornato in Cina. I funzionari ne hanno richiesto il rientro. E' un problema loro, non lasciamoci coinvolgere troppo", ha dichiarato il generale Prayut Chan-o-cha. Quello di oggi è il secondo episodio di accesso negato a un Paese asiatico nel giro di pochi mesi al leader studentesco: a maggio scorso le autorità aeroportuali di Kuala Lumpur avevano negato al giovane l'ingresso in Malaysia, ma in quel caso la ripartenza di Wong verso Hong Kong è avvenuta nell'arco di poche ore.

05 OTTOBRE 2016

 

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