Pechino, 8 giu.- Le riserve in dollari detenute da Pechino sono decisamente troppe, nonché pericolose. Ne è convinto Guan Tao, alto funzionario della State Administration of Foreign Exchange (SAFE), che teme che Washington possa perseguire una politica finalizzata all'indebolimento della moneta statunitense. "Gli Usa hanno adottato una politica monetaria e fiscale espansiva al fine di stimolare la crescita economica" ha dichiarato Guan in un articolo apparso sul sito web di China Finance 40 Forum, think tank economico della capitale. "Washington potrebbe non resistere alla tentazione di svalutare il dollaro all'estero e far rialzare l'inflazione all'interno". Una prospettiva che non può che turbare il Dragone che vedrebbe compromesso il valore di una grossa fetta delle sue riserve che si aggirano attorno ai 3.946 miliardi di dollari.
Nonostante il Dragone non riveli mai l'esatta composizione delle sue riserve Forex, nel settembre dello scorso anno (quando la valuta estera in mano cinese si attestava ancora intorno ai 2.450 miliardi di dollari) le solite anonime fonti governative citate dal China Securities Journal rendevano noto che la stragrande maggioranza di esse (65%) era da ritenersi denominata in dollari, seguiti a una certa distanza da bond europei (26%), sterline britanniche (5%) e yen giapponesi (3%), cifre in linea con le proiezioni di economisti e analisti occidentali. E sebbene da tempo il governo dichiari di voler diversificare il portafogli, in pratica fatica a raggiungere l'obiettivo. Voltando le spalle al dollaro, l'economia cinese si ritroverebbe vittima di un ritorno di fiamma che svaluterebbe gli investimenti del Dragone. Non solo. Come dichiarato dagli stessi funzionari cinesi, il debito pubblico statunitense rappresenta il mercato più vasto e più liquido per l'immensa quantità di moneta contante in valuta estera che Pechino deve gestire.
Intanto il biglietto verde è sceso al suo minimo mensile contro il paniere delle sei principali valute. Le pressioni sul dollaro si sono intensificate tra le crescenti preoccupazioni che l'andamento dell'economia statunitense spinga la Federal Reserve a proseguire in futuro con la politica monetaria rilassata adottata finora. E nonostante gli ammonimenti di Guan, gli analisti sostengono che in realtà la Cina non può che riciclare le immense riserve di moneta estera in asset denominati in dollari.
L'articolo di Guan è stato rimosso dal sito web non appena i mercati finanziari hanno appreso la notizia. Il funzionario ha poi spiegato che si trattava di una sua considerazione personale. All'interno del circuito, il commento del funzionario del SAFE non costituisce di certo una novità: già tempo fa Guan aveva rilasciato dichiarazioni critiche sulla politica economica di Washington. Nell'ultima edizione di Outlook Weekly, periodico edito dall'agenzia di stampa Xinhua, il funzionario aveva espresso la necessità di promuovere la diversificazione del sistema monetario internazionale evitando così l'eccessiva dipendenza dal biglietto verde. "Il dollaro rappresenta la principale valuta degli scambi e delle riserve monetarie. Uno scenario che può essere riassunto nella formula 'dollaro mio, problema tuo'".
Ma non sono solo gli asset denominati in dollari a preoccupare Pechino: lo scorso aprile, infatti, il governatore della Banca centrale cinese Zhou Xiaochuan aveva lanciato l'allarme sull'eccessiva quantità di riserve in valuta estera. "Le riserve in valuta estera sono oltre la ragionevolezza e hanno superato i livelli di cui abbiamo bisogno. Il loro rapido aumento può avere causato un eccesso di liquidità. Se il governo non trova il giusto equilibrio, la crescita potrebbe causare gravi rischi" aveva detto Zhou, senza soffermarsi sul genere e l'entità dei pericoli.
di Sonia Montrella
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