GOVERNO SMENTISCE VOCI SU DIMISSIONI DI BO XILAI

GOVERNO SMENTISCE VOCI SU DIMISSIONI DI BO XILAI

Roma, 21 feb.- Il governo di Chongqing ha smentito le voci sulle dimissioni di Bo Xilai, sostenendo che il leader si è presentato al solito nel suo ufficio e che qualsiasi illazione sulla vicenda è falsa. Poche ore fa l'International Center for Information on Human Rights and Democracy di Hong Kong, aveva diffuso la notizia che Bo Xilai, segretario del Pcc di Chongqing, avrebbe firmato una lettera nella quale consegna il suo mandato al governo cinese. Il presunto passo indietro di Bo Xilai è stato ripreso anche dal quotidiano di Hong Kong Apple Daily e rimbalza da ore sul sito Sina.com. Dopo il 'caso Wang Lijung', il super-poliziotto 'traditore' che avrebbe chiesto asilo politico in Usa, si profila un terremoto politico in Cina.


Bo Xilai, leader emergente verso un seggio al comitato permanente, il centro del potere cinese, era stato coinvolto nel caso Wang Lijun, suo braccio destro che all'inizio di febbraio si era rifugiato presso il consolato americano della città di Chengdu, innescando voci su una presunta indagine per corruzione.



CHI E' BO XILAI

 

Bo Xilai è figlio di Bo Xibo, uno degli "Otto immortali", gli eroi della rivoluzione comunista, prima di tutto. In secondo luogo, pare non abbia mai amato la compagnia dei suoi pari livello. Spesso sorridente, amabile con i media, ha cominciato il suo regno nella megalopoli di Chongqing (30 milioni di abitanti) nel 2007. Bo è diventato celebre per due motivi: perché ha dissotterrato dalla memoria cinese la nostalgia maoista sotto forma di canzoni e messaggi di propaganda spediti via sms, insieme alla rieducazione dei giovani nelle campagne (tanto da guadagnarsi l'appellativo di "nuovo Mao") e per la sua furiosa lotta, spesso condotta oltre i limiti del lecito, contro la mafia. La battaglia del suo braccio destro, il vice sindaco e super-poliziotto Wang Lijiun, ha portato lustro alla sua carriera. Destinato a una poltrona al comitato centrale del Politburo, cuore del potere politico cinese, Bo Xilai potrebbe essere la prima vittima della corsa ai posti che contano: da tempo infatti è in polemica con Wang Yang, capo del partito del Guangdong, prima di lui capo del partito comunista a Chongqing e tornato in auge grazie al successo del 'modello wukan' (il villaggio di pescatori dove il governo locale ha fermato le proteste, non con la repressione ma attraverso il negoziato con le parti sociali). Wang Yang è considerato un liberale e sarebbe decisamente un ottimo contrappeso nel Politburo per la 'nuova sinistra' di Bo Xilai.



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