GOVERNO, "INQUINATO IL 10% TERRENI"

Pechino, 07 nov. - La notizia non proviene da una fonte qualunque. A riportarla è infatti Wan Bentai, ingegnere capo del Ministero cinese della Tutela Ambientale, che esprime a chiare lettere quello che in molti temevano da tempo: secondo un'indagine del Ministero, circa un decimo dei terreni coltivabili in Cina presenta livelli di piombo, zinco e altri metalli pesanti oltre i limiti consentiti dalla legge.
Secondo quanto riferisce l'esperto governativo durante un meeting a Canton, e diffuse dal Southern Metropolitan Daily, negli ultimi anni i casi di inquinamento da metalli pesanti sono stati una costante. È una questione che Pechino non può ignorare; oltre alle ovvie conseguenze per l'ambiente, la situazione può avere forti ripercussioni sulla stabilità sociale.
Cresce il malcontento popolare che punta il dito contro i disastri ambientali; a settembre, oltre 500 persone che vivono vicino a una fabbrica di pannelli solari hanno protestato per tre giorni nella città di Haining, costringendo la autorità locali a chiudere temporaneamente i battenti dell'impianto; a Dalian, nel nordest del Paese, gli abitanti avevano protestato ad agosto contro una fabbrica di paraxilene, un liquido infiammabile cancerogeno usato nella produzione di pellicole di poliestere e tessuti.


I metalli individuati nei terreni provengono essenzialmente da acque contaminate e da rifiuti tossici che filtrano pian piano nel terreno. Il Ministero della Tutela Ambientale ha fatto spesso appello affinché vengano trovate delle misure che fermino questa mattanza; gli 1,22 milioni di chilometri quadrati di terreno coltivabile del Dragone stimati da Pechino sono spesso stati messi in secondo piano rispetto alle esigenze dello sviluppo economico. Ora l'allarme è lanciato da fonti governative; ignorarlo sarà ancora più difficile.

di Gabriele Tola

 

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