GIUSTIZIATI DUE UIGHURI PER SCONTRI A KASHGAR
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GIUSTIZIATI DUE UIGHURI PER SCONTRI A KASHGAR

GIUSTIZIATI DUE UIGHURI PER SCONTRI A KASHGAR

Rivolte nel Xinjiang
GIUSTIZIATI DUE UIGHURI PER SCONTRI A KASHGAR
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Pechino, 2 ago. – La polizia cinese apre il fuoco: lunedì sera due uiguri sono stati "giustiziati" per le violenze dello scorso week end a Kasghar, nello Xinjiang. Lo riferisce il governo locale sul sito web su cui si apprende che le vittime, Memtieli Tiliwaldi, 29 anni, e Turson Hasan, 34, sono state fucilate in un campo di grano al confine della città.

 

Il retroscena delle sanguinose 24 ore di Kashgar. Stando alla ricostruzione, il primo attacco è avvenuto sabato, verso le undici e trenta di sera, ora in cui sono esplodono un'autobomba e una bomba nei pressi di una strada molto frequentata. Nel frattempo, due uomini armati di coltelli uccidono il conducente di un camion, dirottandolo contro una folla di passanti. Scesi dal veicolo, i due danno inizio a una macabra caccia ai passanti, inferendo coltellate fino all'intervento della polizia. Il giorno seguente, il secondo attacco: un "gruppo di terroristi armati" fa incursione in un ristorante nel centro di Kashgar, uccide il proprietario e un cameriere e dà fuoco al locale, prima di lanciarsi in strada uccidendo altri quattro passanti. La polizia interviene, colpendo a morte quattro terroristi e arrestandone altri quattro.
Bilancio delle vittime: 27 feriti e 15 morti che vanno ad aggiungersi alle 18 persone che appena due settimane fa persero la vita in un altro scontro tra la polizia e gli uighuri nella città meridionale di Hotan.

 

Pechino non sembra avere dubbi: gli scontri hanno una matrice terroristica. Secondo quanto emerso da un'indagine della polizia - fanno sapere ancora fonti interne al governo della regione autonoma - le manifestazioni di violenza sarebbero state condotte dall'East Turkestan Islamic Movement, una cellula terroristica legata ad al-Qaeda che combatte per l'indipendenza dello Xinjiang. Non solo. I terroristi, sarebbero stati armati di bombe e armi da fuoco e addestrato in un campo terroristico dell'East Turkestan Islamic Movement situato in Pakistan.

 

"Gli aggressori aderiscono a un'ideologia religiosa estremista e invocano la jihad" riferisce ancora il governo dello Xinjiang. "Il loro scopo è quello di sabotare l'unità interetnica e minare la stabilità sociale provocando attriti e conflitti etnici" si legge ancora sul web. "Sono profondamente addolorata per la morte dei cinesi e degli uighuri, ma allo stesso tempo condanno solo il governo di Pechino per le violenze" dichiara Rebiah Kadeer, presidente del World Uighur Congress (WUC) - organizzazione di esiliati uighuri con sede a Monaco, Germania."E' stato il governo a creare  questo clima".

 

Da tempo lo Xinjiang fa da sfondo a un duro braccio di ferro tra il governo di Pechino e la minoranza etnica della regione autonoma. Ricca di petrolio e gas naturale, la regione è oggetto di particolare interesse da parte di Pechino. Da parte sua la minoranza uighura rivendica autonomia per la propria lingua e cultura, in seguito alla politica dello sviluppo verso ovest deciso da tempo dalla dirigenza cinese, che ha ormai reso la zona a maggioranza han.

 

Rivendicazioni, queste, che spesso trovano sfogo in scontri, il più grave dei quali  avvenuto nel 2009 nella capitale, Urumqi, dove persero la vita 200 persone, mentre altre 1.700 furono ferite.
Intanto la paura serpeggia anche tra i cinesi migranti: "C'è troppo disordine li fuori, non è sicuro" sostiene Zhang Ming, 34enne proprietaria di un ristorante a migliaia di chilometri da Kashgar e tra i molti cinesi han che si sono trasferiti nella regione autonoma in cerca di guadagno. "Dopo gli incidenti di domenica, anche gli affari vanno male". "Da quando mi sono trasferito qui la situazione è decisamente peggiorata" riferisce un produttore di letti 32enne.

 

di Sonia Montrella

 

©Riproduzione riservata

 

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