di Eugenio Buzzetti
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Pechino, 21 nov. - E' cominciato oggi il processo a Gao Yu, la giornalista che si trova in stato di fermo dall'aprile scorso con l'accusa di avere divulgato i contenuti del documento numero nove, emesso lo scorso anno dal Partito Comunista Cinese. Gao Yu deve rispondere del reato di divulgazione di segreto di Stato, e il processo a suo carico si è aperto questa mattina, ora locale, presso la Corte Intermedia del Popolo Numero 3 di Pechino. Nel maggio scorso, l'emittente televisiva statale cinese, CCTV, aveva affermato che erano state trovate "importanti prove" a suo carico, e che la donna aveva confessato di avere passato ad alcuni esponenti della stampa straniera il testo del documento. Lunedì scorso, la donna, in un'udienza preliminare, avrebbe dichiarato di avere confessato il reato per paura di ripercussioni sul figlio, Zhao Meng. E' la seconda volta che la giornalista, oggi settantenne, affronta un processo con questa accusa: nel 1993 era stata condannata a sei anni di carcere.
Il documento numero nove, così chiamato per il numero di emissione, nell'aprile dello scorso anno, elenca i pericoli per la stabilità della Cina, tra i quali la riforma della politica verso un sistema democratico in stile occidentale, l'indipendenza della stampa dal potere politico e quelli che definisce come "diritti universali", tra cui i diritti umani, e mette in guardia i funzionari del partito sia da intromissioni esterne che interne. Da eliminare dal dizionario politico di Pechino, anche il termine "neo-liberalismo", e la critica definita "nichilista" del passato recente cinese.
21 novembre 2014
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