Getra all'estero cresce a due cifre
ADV
ADV
Getra all'estero cresce a due cifre

Getra all'estero cresce a due cifre

Trasformatori. Maxi-ordine dal Marocco
di lettura
L'ultimo contratto è di qualche giorno fa e riguarda una commessa da 25 milioni di euro per 21 trasformatori da 100 megawatt all'ente elettrico del Marocco. Serviranno a potenziare la rete energetica del paese e impegneranno le aziende del gruppo Getra per i prossimi due anni. Ma questo non è il primo contratto di rilievo che il gruppo campano (due stabilimenti in provincia di Caserta oltre al centro di ricerca a Legnano in Lombardia) ottiene nell'area mediterranea. «Escludendo Egitto e Libia che al momento sono praticamente congelati - spiega il presidente e azionista di riferimento Marco Zigon, ingegnere, terza generazione di una famiglia di imprenditori veneti di origine austriaca e approdati a Napoli negli anni Trenta - da una decina d'anni ci siamo aperti ai mercati esteri. In Algeria, per esempio, abbiamo fornito i trasformatori di sei centrali elettriche per 4mila megawatt, e negli Emirati Arabi abbiamo consegnato unità per oltre 2mila megawatt».
Per Getra, che progetta e produce trasformatori elettrici di grande e media potenza per le centrali e le reti di trasmissione e distribuzione, e sistemi di interconnessione delle reti di alta tensione, orientarsi all'export è stata una scelta lungimirante, prima ancora che obbligata dalla crisi della domanda interna.
«Tra il 2005 e il 2008 il volume d'affari è cresciuto del 25% all'anno, da 42 a 100 milioni di euro. Nel 2009 - spiega ancora Zigon - abbiamo mantenuto stabile il fatturato del 2008 compensando il calo del 40% sul mercato italiano con ricavi dall'estero». La tendenza si è consolidata nel 2010 fino a capovolgere il rapporto tra vendite domestiche e estere, con le esportazioni che hanno raggiunto il 60% del volume d'affari complessivo. Non solo in Nord e Centro Africa e Medio Oriente, ma anche in Europa (Balcani soprattutto) e Centro America. «Questo significa complicarsi non poco la vita – spiega Zigon – perché non è semplice gestire rapporti con paesi diversi, ciascuno con i suoi standard e le sue regole». Tanto per restare al Marocco, il contratto «ha richiesto un lungo ed impegnativo percorso di accreditamento presso l'autorità elettrica locale». Intanto però si raccolgono i frutti: il fatturato è tornato a crescere dopo due anni di stasi e «per il 2011 le attese sono di un incremento del 15%».
Il processo di internazionalizzazione di Getra è bi-direzionale. «Siamo molto interessati a installare stabilimenti nelle aree del mondo a forte crescita. Da tempo, e con fatica, stiamo portando avanti una joint venture in Cina con una grande azienda quotata, Boasheng» racconta Zigon. Nei prossimi mesi dovrebbe partire la costruzione dello stabilimento nel distretto di Baoying a 400 chilometri da Shangai. «Ma per una media azienda come la nostra è una sfida difficile: i cinesi sono venuti a cercarci perché volevano qualcuno con la nostra tecnologia e non una multinazionale. Ma trattare con un partner che è un colosso non è facile». Un'operazione analoga sta partendo in India dove «stiamo già avviando contatti» mentre in Brasile «siamo alla fase di studio. Vogliamo capire quanto può essere duratura la crescita che il paese sta vivendo».
E anche per trovare tecnici e ingegneri, Zigon deve guardare all'estero. «Stiamo selezionando una decina di ingegneri indiani, anche donne, con una cultura della mobilità impensabile in Italia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA

18/06/2011
ADV