Shanghai, 07 mag. - URBANIZZAZIONE: la città di Kangbashen, la vicina Aletengtire e la 'vecchia' Dongsheng costituiscono il cuore di Ordos, una giurisdizione di oltre 100 chilometri quadrati.
Kangbashen: passato e presente a 'tu per tu'
Secondo uno studio a cura della società di consulenza McKinsey & Co., entro il 2025 la Cina conterà otto città 'giganti' (Pechino, Shanghai, Chengdu, Chongqing, Guangzhou, Shenzhen, Tianjin e Wuhan), ciascuna con una popolazione superiore ai 10milioni di abitanti. E questo sarà solo uno degli effetti del massiccio fenomeno di urbanizzazione che attrarrà qualcosa come 235milioni di nuovi abitanti verso le aree urbane. La città di Kangbashen, la cui costruzione è cominciata nel 2004, può essere considerata un esempio di questa nuova tendenza. Soltanto cinque anni fa era un piccolo villaggio nel mezzo del deserto di Maowusu e contava appena 1400 abitanti; oggi, come per magia, ha un'estensione di 32 chilometri quadrati e una popolazione che si aggira sui 28mila abitanti e che dovrebbe lievitare a 300mila entro il 2020. La piazza principale, progettata sul tema "Sulla prateria non tramonta mai il sole", sintetizza lo slancio verso il futuro e il recupero della tradizione. A nord, una statua in bronzo di oltre 480 tonnellate, narra la storia di Genghis Khan dalla sua nascita alla spedizione in Occidente, celebrando così il glorioso condottiero dai natali mongoli. A sud, si stagliano invece sette edifici pubblici di nuova costruzione, tra cui il teatro, il museo, il centro culturale, la biblioteca, il centro conferenze ed esposizioni e l'auditorium. La capienza del teatro è davvero sorprendente: la sala principale può ospitare 1420 spettatori, la sala concerti 730, le due sale cinematografiche (entrambe equipaggiate con proiettori super giganti ad alta definizione di marchio Harkness) rispettivamente 128 e 169. Proseguendo nella passeggiata virtuale, è il contrasto tra il rosso porpora del museo e il giallo sabbia del teatro a colpire l'occhio del visitatore; così come le insolite strutture architettoniche del museo (dalla forma simile a un alveare), della biblioteca (che si compone di tre parti, in onore dei tre libri della cultura tradizionale delle popolazioni mongole) e dell'auditorium (copia di una yurta mongola, ossia un tipo di abitazione dallo scheletro di legno, poi ricoperto da tappeti e feltro) non possono non attirare l'attenzione. Kangbashen: passato e presente a 'tu per tu'; elementi e simboli appartenenti alla cultura mongola si intrecciano a design contemporaneo e materiali all'avanguardia.
Progetti per il futuro: secondo i piani di sviluppo del governo, la città di Kangbashen, la vicina Aletengtire e la 'vecchia' Dongsheng, potranno ospitare fino a 1,3milioni di abitanti e il tasso di urbanizzazione (ogni anno sono 100mila i contadini che si spostano in città) supererà l'80%.
Dongsheng: sito ideale per investimenti immobiliari e industriali
L'area della 'vecchia' Dongsheng attualmente ha 80mila abitanti. I dintorni sono collinosi e l'intero distretto è storicamente penalizzato dalla scarsità delle risorse d'acqua. Come ha raccontato al settimanale Sanlian Shenghuo Zhoukan, Ceng Chang, del Dipartimento di Propaganda del Comitato del Partito a livello municipale, "Quando sono entrato in servizio, negli anni '80, Dongsheng era molto piccola, appena 40mila abitanti e già allora la scarsità dell'acqua era un grosso problema; ogni giorno la si poteva utilizzare o il mattino presto o la sera tardi". A causa della morfologia del territorio, che rende laborioso e costoso il lavoro di spianamento del terreno, i progetti di sviluppo urbano si muovono in direzione di Kangbashen. Localizzata in una vasta e desolata area pianeggiante, vicina al fiume Wulan Mulun e a soli 20 chilometri da Dongsheng, la piccola città appare come il sito ideale per gli investimenti immobiliari e industriali. Un esempio è la linea produttiva del gruppo automobilistico Hawtai (HT group): si prevede che oltre 20 aziende (corollarie alla produzione di autovetture) si insidieranno nella zona, offrendo 22mila posti di lavoro e attirando circa 100mila residenti stabili. L'espansione territoriale riflette la metamorfosi della città, e il ritmo del cambiamento è davvero repentino. Alcune decine di parchi industriali e numerosi alberghi a quattro stelle sono già comparsi come funghi. Inoltre, ai bordi del fiume Wulan Mulun sta nascendo il Business District Center di Ordos. "Il nostro Pil ha già superato quello di Xi'an, perché mai non dovremmo aspirare a divenire il nuovo distretto finanziario del Nord della Cina?" si chiede Sun Jianping, direttore dell'ufficio finanziario della città di Ordos.
Il progetto Ordos100
In lingua mongola Ordos significa "numerosi palazzi". È forse dall'etimologia della parola che Cai Jiang, facoltoso uomo d'affari e, al contempo, collezionista di opere d'arte di nazionalità cinese ha concepito l'idea di Ordos100. Di che si tratta? In estrema sintesi è un ardito progetto architettonico che dovrebbe svolgere la funzione di "catalizzatore urbano" per la regione desertica dove sorge Ordos; più in dettaglio si tratta della costruzione di 100 ville (a due o tre piani, tutte rigorosamente di oltre 1000 metri quadrati e dotate di stanze per i domestici e piscina) appena fuori dalla città. Sponsorizzato da Jiang Yuan Water Engineering Ltd, Ordos100 è stato lanciato nel 2008. Fake Design e Ai Wei Wei Studio ne hanno sviluppato il piano generale, mentre Herzog & de Meuron (per intendersi, lo studio fondato e guidato dalle 'archistars' che hanno realizzato il Bird's Nest a Pechino) hanno selezionato i 100 giovani architetti internazionali (provenienti da 27 diversi paesi) che hanno ideato le singole residenze. L'intero progetto, per cui si era previsto un budget di 3,2milioni di sterline (circa 3milioni di euro), si è svolto in due fasi: la prima centrata sulla realizzazione di un primo lotto di 28 ville, la seconda delle rimanenti 72. Come scriveva il New York Times nel 'lontano' maggio 2008, "Mr. Cai aveva intenzione di vendere le ville, la cui costruzione avrebbe dovuto concludersi entro la fine del 2009, a circa 1,5milioni di dollari ciascuna (oltre un milione di euro), a uomini d'affari locali che le avrebbero usate come residenze o come seconde case per intrattenere i propri clienti". Oggi, a due anni distanza, in una Cina che vive sulla propria pelle il rischio dello scoppio di una bolla immobiliare è interessante chiedersi a che punto sia il progetto. Le fantascientifiche 100 ville sono state completate? Chi le ha acquistate? Se sì, a quale prezzo? Purtroppo le risposte a queste domande mettono in luce il parziale fallimento del progetto. Ordos viene spesso apostrofata dalla stampa internazionale (come la rivista Time, o il quotidiano Le Monde) come "una città fantasma": le fantascientifiche residenze sono fantomatiche dimore che si stagliano in una regione altrettanto desertica.
Tralasciando la bontà del piano da un punto di vista architettonico, e concentrandosi sui numerosi progetti industriali in corso d'opera (di cui AgiChina24 ha parlato in un precedente focus), così come gli sforzi compiuti dalle autorità per rilanciare il centro della città di Kangbashen e le aspirazioni di urbanizzazione futura per l'intera giurisdizione, forse varrebbe la pena di dare un voto di fiducia anche a Ordos100. Un 'cuore di carbone' alimentato da ingenti riserve di 'oro e argento' con un articolato programma per lo sfruttamento delle risorse: se questa è l'istantanea scattata ad Ordos, allora sarebbe davvero un peccato restasse 'una città fantasma'.
di Giulia Ziggiotti